You press the button, we do the rest
La “macchina fotografica” di OpenAI
Alla fine dell’Ottocento, Kodak ha messo nelle mani di tutti la possibilità di fotografare il mondo con il semplice gesto di un clic. Nel 1888 infatti, George Eastman, fondatore della Kodak, lanciò sul mercato la prima macchina fotografica a rullino semplice.
La fotocamera veniva venduta già caricata con un rullino da 100 pose. L’utente scattava le foto e poi restituiva la macchina all’azienda, che si occupava dello sviluppo, della stampa e del ricaricamento del rullino.
Questa innovazione rese la fotografia accessibile anche ai non professionisti, eliminando la complessità tecnica del processo fotografico.
Con il celebre claim:
“You press the button, we do the rest.”
Kodak non vendeva soltanto una fotocamera: offriva un’esperienza. Una promessa di semplicità, di accessibilità, ma soprattutto di libertà creativa. Un promessa che non parlava solo a chi sapeva già fotografare, ma apriva le porte dell’immaginazione anche a chi, fino a quel momento, si era sentito escluso.

Magia prêt-à-porter
Oggi OpenAI, con il modello 4o di ChatGPT, ha ricreato quella stessa magia. È sufficiente spiegare al modello che tipo di immagine si desidera e in pochi secondi la generazione è pronta.
Ispirandomi a quell’iconico volantino, ho immaginato come si sarebbe potuto tradurre oggi lo stesso messaggio. L’ho pensato e l’ho progettato.
“You explain the image, we do the rest.”
Poi ChatGPT 4o, semplicemente, lo ha fatto.
