Recensione: Uomini e topi

Uomini e topi

di John Steinbeck

Uomini e topi di John SteinbeckJohn Steinbeck scrive un breve romanzo malinconico, impeccabile nello stile e nella capacità evocativa di luoghi e profumi; il tempo di leggere poche pagine e si è subito immersi nei territori e nelle ingiustizie americane della California degli anni ’30.

Sogno, è il fil-rouge che tiene uniti i due protagonisti, Lennie e George, e tutti i personaggi, ognuno di loro ben caratterizzato, tutti importanti, nessuno superfluo. In questi paesaggi polverosi, i lavoratori passano i giorni alla mercé di padroni arroganti, raccontandosi la speranza di un futuro che pare non possa arrivare mai.
A pagare per primi, come sempre, i più deboli, i diversi, in un epilogo che lascia senza parole.

Il titolo originale “Of Mice and Men” è derivato da un verso di una poesia dello scrittore scozzese settecentesco Robert Burns, “To A Mouse, On Turning Her Up In Her Nest With The Plough” del 1785:

Wee, sleekit, cow’rin, tim’rous beastie,
O, what a panic’s in thy breastie!
Thou need na start awa sae hasty,
Wi’ bickering brattle!
I wad be laith to rin an’ chase thee,
Wi’ murd’ring pattle!

I’m truly sorry man’s dominion,
Has broken nature’s social union,
An’ justifies that ill opinion,
Which makes thee startle
At me, thy poor, earth-born companion,
An’ fellow-mortal!

I doubt na, whiles, but thou may thieve;
What then? poor beastie, thou maun live!
A daimen icker in a thrave
‘S a sma’ request;
I’ll get a blessin wi’ the lave,
An’ never miss’t!

Thy wee bit housie, too, in ruin!
It’s silly wa’s the win’s are strewin!
An’ naething, now, to big a new ane,
O’ foggage green!
An’ bleak December’s winds ensuin,
Baith snell an’ keen!

Thou saw the fields laid bare an’ waste,
An’ weary winter comin fast,
An’ cozie here, beneath the blast,
Thou thought to dwell-
Till crash! the cruel coulter past
Out thro’ thy cell.

That wee bit heap o’ leaves an’ stibble,
Has cost thee mony a weary nibble!
Now thou’s turn’d out, for a’ thy trouble,
But house or hald,
To thole the winter’s sleety dribble,
An’ cranreuch cauld!

But, Mousie, thou art no thy lane,
In proving foresight may be vain;
The best-laid schemes o’ mice an ‘men
Gang aft agley,
An’lea’e us nought but grief an’ pain,
For promis’d joy!

Still thou art blest, compar’d wi’ me
The present only toucheth thee:
But, Och! I backward cast my e’e.
On prospects drear!
An’ forward, tho’ I canna see,
I guess an’ fear!


Descrizione

Pensato per un pubblico che non sapeva né leggere né scrivere (i braccianti della California) questo capolavoro della letteratura internazionale, scritto nel 1937, è un breve romanzo scorrevole e ricco di dialoghi. Nelle intenzioni di Steinbeck avrebbe dovuto essere adattato, come difatti avvenne, per il teatro e per il cinema. I protagonisti sono due lavoratori stagionali di un ranch: George Milton e l’inseparabile Lennie Little, un gigante con il cuore e la mente di un bambino, che il destino e la malizia degli uomini sospingono verso una fine straziante. Il ritratto di un’America stretta dalla sua peggiore crisi economica nella drammatica rappresentazione di un maestro della letteratura.


John SteinbeckL’autore

John Ernst Steinbeck, Jr. nacque a Salinas (California) il 27 febbraio 1902 e morì a New York il 20 dicembre del 1968. È stato uno scrittore statunitense tra i più noti del XX secolo, autore di numerosi romanzi, racconti e novelle. Nel 1962 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura.


Dettagli

Genere: Narrativa classica
Editore: Bompiani
Data uscita: 1947
Pagine: 203






Recensione del libro “Uomini e topi”, di John Steinbeck (traduzione Cesare Pavese), 24.03.2018.

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *