Storie del colore giallo – Johann Wolfgang von Goethe

Lui, proprio lui

Vorrei cominciare a parlare del colore, dei colori. Non solo della loro psicologia, tanto nota quanto ignorata, ma attraverso le storie, tante, che li caratterizzano. E da quali colori iniziare se non da quelli del mio personal brand, il giallo e viola, e dalla teoria di Goethe?

Proprio quel Goethe.

La teoria dei colori

Perché Johann Wolfgang von Goethe, oltre a essere un grande scrittore, fu anche un appassionato studioso di scienze naturali. La sua “𝑇𝑒𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑙𝑜𝑟𝑖” (Zur Farbenlehre, 1810) si distinse da quella scientifica di Newton, perché più soggettiva ed esperienziale: Goethe analizzò il colore come 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑎, non solo come fenomeno fisico.

E una delle sue osservazioni più note riguarda proprio il giallo e il viola e la proporzione di 1:4 del primo, per ottenere un equilibrio visivo. Ovvero: bisogna aumentare la quantità del colore più debole (viola, freddo) affinché risulti visivamente pari al più forte (giallo, caldo).

Non si vive solo di scienza?

Questa proporzione, comunque, è una regola empirica di percezione visiva, non scientifica in senso stretto. Goethe cercava di descrivere come i colori ci fanno sentire e come si bilanciano nell’esperienza sensoriale, non solo nella fisica ottica.

Il viola è il mio colore da sempre, rappresentazione della creatività (eccola qui, la psicologia) e il giallo, in questa proporzione, trovo che realmente lo sostenga e lo completi. Funzionano assieme, anche sul piano percettivo.

Disse sempre Goethe:

I colori sono le azioni e le passioni della luce.”

Vogliamo dargli torto?

[Immagini: Me, Midjourney & Photoshop]