La via del bosco
di Long Litt Woon
“La via del bosco” si presenta come un doppio percorso di crescita: quello intrapreso per uscire da un lutto improvviso, l’altro per conoscere il mondo dei funghi: “Una storia di lutto, funghi e rinascita” recita infatti il sottotitolo.
Solo che i funghi occupano il settanta per cento del testo e il primo percorso, quello dell’elaborazione del lutto, finisce per sembrare più un espediente letterario per discutere di porcini e allucinogeni che un fatto tristemente accaduto, che avrebbe meritato lo stesso livello di approfondimento (già superficiale, restando un romanzo biografico di formazione e non un saggio di micologia. “Micologia” l’ho appena imparato).
Quindi direi con estrema tranquillità che ritengo il libro non adatto né a chi cerca una qualsivoglia risposta o consolazione a seguito di un lutto né a chi desidera approfondire il discorso funghi.
Detto ciò, il libro è scorrevole, ci sono tante curiosità che riguardano la cultura norvegese e similitudini con altre culture, in special modo quella americana. L’autrice parla del suo vissuto, della perdita improvvisa del marito, con grande dignità, senza melodrammi, con enorme rispetto per sé stessa, per il suo dolore e per i tempi necessari a comprenderlo.
“Il dolore, quando lo si tiene nascosto, diventa privato, solitario”.
Per la mia personale esperienza di vita il sunto di questo libro non è altro che un’ulteriore conferma a una lezione già acquisita: quando un sentimento o un avvenimento imponente dà del filo da torcere, occupa tutti i pensieri della giornata, allora occorre farsi forza e spostare l’attenzione su qualcosa d’altro. Non subito, darsi il tempo per soffrire è altrettanto importante, ma poi serve impegnarsi in un’attività in grado di distrarre, per riuscire a respirare di nuovo. Non che i sentimenti “spessi” poi svaniscano, sia chiaro, quelli restano e resta pressoché intatta nel tempo anche la loro intensità. Solo magari, riproponendosi con meno frequenza, si riescono a gestire e a vivere con meno ripercussioni.
Consigliato: nì
DESCRIZIONE
Quando Long Litt Woon, antropologa malese da decenni trapiantata a Oslo per amore, perde inaspettatamente il marito Eiolf, la sua esistenza si svuota di ogni significato ed è inghiottita in una bolla di apatia. Ad aprire la prospettiva su una vita nuova e piena è la partecipazione quasi accidentale a un corso di micologia per principianti: la scoperta del mondo dei funghi comincia a risvegliare in lei tutti e cinque i sensi conducendola lentamente su due sentieri paralleli, quello concreto che si snoda tra i profumi e i colori dei boschi norvegesi – ma anche del lontano Central Park – e il faticoso percorso interiore dell’elaborazione del lutto.
Nel libro si alternano così la narrazione, tanto più asciutta quanto più vera, di una vicenda intima e dolorosa e il resoconto acceso, vitale, pieno di gioia dell’esplorazione di un regno naturale complesso e misterioso e dell’eccentrica comunità umana che lo abita, il popolo dei fungaioli, con le sue regole, i suoi rituali e le sue ossessioni. Con lo sguardo rigoroso dell’antropologa diventata ormai esperta micologa, Long Litt Woon ci aiuta a destreggiarci con competenza tra spugnole, steccherini e ovoli-malefici e nello stesso tempo a riflettere sulle peculiarità nazionali e sui pregiudizi culturali in cui è avvolto un argomento che si vorrebbe scientifico. Ma soprattutto ci immerge nella profondità umana di una donna che ha saputo trasformare una passione in ancora di salvezza.
Scheda del libro
Genere: Biografie e autobiografie
Editore: Iperborea
Traduttore: Alessandro Storti
Data uscita: 04/09/2019
Pagine: 288
ISBN: 9788870915587
Dettagli
Genere: Biografie e autobiografie
Editore: Iperborea
Traduttore: Alessandro Storti
Data uscita: 04/09/2019
Pagine: 288
ISBN: 9788870915587
L’autrice
Long Litt Woon
Leggi la biografia su Iperborea [wp-svg-icons icon=”redo-2″ wrap=”span”]
Your article gave me a lot of inspiration, I hope you can explain your point of view in more detail, because I have some doubts, thank you.