Recensione: Addio fantasmi

Addio fantasmi di Nadia Terranova

Addio fantasmi

Di Nadia Terranova

Addio fantasmi di Nadia Terranova

Ida Laquidara è una donna sposata ormai. Una donna con dentro un’altra donna, la bambina che è dovuta crescere troppo in fretta a tredici anni, rimasta incastrata tra una madre disorientata, responsabilità illogiche e l’apatia di un padre corroso dalla depressione. La bambina che non ha mai smesso di chiedersi che cosa sarebbe dovuta essere perché lui non l’abbandonasse, non se ne andasse senza spiegazioni e perché una volta almeno non l’avesse voluta cercare.

È una figlia che torna nella sua vecchia casa dove da riparare, oltre il tetto, le crepe del tempo e quelle dell’anima, c’è anche il rapporto con la madre. Madre schietta, ferita, incapace a sua volta di trovare sia risposte che modalità. Incapace di lasciare andare: le persone, i ricordi e gli anni conservati negli oggetti.

E poi Ida è soprattutto una donna che ha bisogno di chiudere i conti, di dire addio. A suo padre e alla sua adolescenza, tra gli altri. Ha bisogno di sentirsi dire che non è l’unica ad avere sofferto, che ci sono molti modi di affrontare il dolore senza affossare chi ti è vicino e che la memoria è utile solo se la si considera tale.

La Terranova affronta in questo romanzo il trauma dell’abbandono attraverso la crescita di un personaggio restio a socializzare con chiunque non sia suo marito ma tuttavia volentoroso di voler condividere il cuore e pacare l’animo. Il dramma, i luoghi e i personaggi sono ben caratterizzati ma purtroppo l’autrice tratta il tutto con l’ausilio un linguaggio davvero troppo carico di metafore, di frasi fini a se stesse, di immagini ridondanti e una retorica prettamente decorativa che finisce per prevalere sullo sviluppo della trama.


Descrizione

Nadia Terranova

Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l’ha richiamata in vista della ristrutturazione dell’appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l’ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è più tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un’identità fondata sull’anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. Specchiandosi nell’assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d’infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.

Scheda del libro

Addio fantasmi di Nadia TerranovaGenere: Narrativa contemporanea
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile libero big
Data uscita: 25/11/2018
Pagine: 200
ISBN: 9788806237455

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Recensione del romanzo “Addio fantasmi” di Nadia Terranova. 01.05.2019.

Addio fantasmi di Nadia Terranova

Recensione: La tregua

La tregua di Mario Benedetti

La tregua

Di Mario Benedetti

La tregua di Mario Benedetti

[ !ATTENZIONE SPOILER! ]

Partiamo dalla trama, come si conviene: c’è un uomo apatico che sta per compiere cinquant’anni ma sembra ne abbia novantadue che Gandalf in confronto pare Jovanotti ai tempi di “Gimme five”.

Questo uomo, Martìn, ha tre figli, due maschi e una femmina che dobbiamo ringraziare il cielo siano vivi (perché la moglie invece no) dato l’entusiasmo con il quale li ha cresciuti e verso i quali si interessa amorevolmente al punto che uno è malatissimo ma prima o poi passa, l’altro è pure molto malato nel senso che è gay (no comment), scompare di casa e lui semplicemente aspetta che si faccia vivo ricordandosi della sua esistenza/assenza nei giorni pari del calendario. Nemmeno tutti.

E accendiamo un cero per la figlia che non diventa prostituta anche se certamente tutta finita non lo è visto che esce di nascosto, per parlare di lui, con la nuova fiamma del padre, sua coetanea.

Eggià. Perché questo è il cuore del romanzo: il nuovo amore del protagonista, la giovane Avellaneda. E possiamo proprio definirla la sua metà, visto che ha venticinque anni scarsi contro i cinquanta di lui.
Arrivata dunque nel bel mezzo dell’eccitantissima vita di Martìn, il cui massimo picco di esaltazione è vedere vecchie foto assieme a un amico di cui non ricordava nemmeno l’esistenza, il lettore a ‘sto punto si aspetta verso di lei fuochi d’artificio, acrobazie fisiche e gesti traboccanti di attenzioni e rispetto.

Macché.

Dopo aver appurato che la fanciulla, nonostante il suo corpo secco (nulla a che vedere con quello della fu-moglie che lui non stimava affatto, però che fianchi ragazzi) può interessargli se somma tuuuuuuutte le caratteristiche, Mr. Martìn inizia a decidere per lei che cosa sia più giusto e cosa meno. Per cui no che non ti sposo, no che non ti dico che ti amo ma intanto prendo un appartamento per noi due in cui possiamo stare (ebbravo) e appena vado in pensione, cioè tra sei interminabili mesi, molli il lavoro anche tu e stai a casa con me. Tanto mica può davvero voler lavorare una donna di ben venticinque anni che ha trovato cotanta saggezza e vitalità. Suvvia.

E per testare la devozione di ella, le organizza pure un bell’incontro casuale con la sua figliola poco finita, in un caffé. Avellaneda è talmente entusiasta che se potesse sgozzarsi con i cocci di una tazzina si sentirebbe meno in imbarazzo. Invece lo ringrazia per il bellissimo gesto altruista. Un tripudio di autostima insomma.

Nulla da aggiungere, no?
Grande uomo, grande amante, grande padre.

Certamente, per me, non grande libro.
Che mi ha prima annoiata a morte e poi innervosita non solo per la leggerezza dei molti temi affrontati (compreso il suicidio che in questa stroncatura ironica non ho volutamente incluso) ma per la visione totalmente maschilista e ipocrita del protagonista.
O forse dell’autore stesso.

Certo, possiamo considerare in sua difesa (?) tempi e luoghi – Uruguay, anni ’50 – ma non possiamo certo gioire dell’odierna diffusione di simili vedute.


Consigliato: no

Descrizione

“Signore maturo, esperto, posato, quarantanove anni, senza gravi acciacchi, ottimo stipendio”: cosi si descriverebbe Martin Santomé, il protagonista di questo piccolo classico della letteratura sudamericana. Schiacciato dalla noia di una vita da impiegato di commercio, vedovo con tre figli ormai grandi, guarda al trascorrere del tempo con tranquilla disillusione. E tutto rimarrebbe immobile fino al suo pensionamento, se in ufficio non venisse assunta la giovane Avellaneda, timida e chiusa in una silenziosa bellezza: per lei Santomé sente nascere un amore insperato, che lo porterà a vivere una relazione clandestina, rimettendo il tempo in movimento. Come Svevo in “Senilità”, “La tregua” racconta la capacità straordinaria che ha la vita di prendere il vento e gonfiare le vele, per poi tornare alla quiete della bonaccia.

Scheda del libro

La tregua di Mario BenedettiGenere: Narrativa contemporanea
Editore: Nottetempo
Collana: Narrativa
Data uscita: 16/10/2014
Pagine: 241
ISBN: 9788874525188

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Recensione del romanzo “La tregua” di Mario Benedetti. 26.04.2019.

Recensione: Il testamento di Magdalen Blair

Il testamento di Magdalen Blair di Aleister Growley

Il testamento di Magdalen Blair

Di Aleister Crowley

Il testamento di Magdalen Blair di Aleister Growley

Questa novella, pubblicata per la prima volta nel 1913, è il tentativo da parte dell’autore di rendere tangibile ciò che può attendere un’anima dopo la morte. E quello che si scopre è qualcosa di terribilmente mostruoso, nauseabondo. Immagini cicliche di creature terrificanti, silenzi carichi d’ansia che si alternano a urla strazianti in grado di suscitare angoscia e paura sia nella protagonista che nel lettore.

La vicenda narra della brillante studentessa Magdalen che, cosciente delle sue singolari attitudini come la lettura del pensiero, acconsente di buon grado alla richiesta del Prof. Blair di esaminare le sue doti in modo scientifico sino a quando egli, divenuto nel frattempo suo marito, si ammala gravemente e muore dopo una lunga, drammatica agonia.

Gotica, visionaria e paranoica, la scrittura di Aleister Crowley pare essere stata nutrita dallo stile vita che egli condusse, ogni esperienza portata all’estremo e alimentata dal costante desiderio di sfida nei confronti della vita. È la sua follia allucinata a scrivere, a guidare i pensieri, a sfumare i confini tra conscio e inconscio, a scegliere soluzioni narrative costantemente in bilico tra consolazione e panico.

Personaggio d’ispirazione per Maugham ne “Il mago” e citato più volte da Umberto Eco nel “Pendolo di Foucault”, Aleister Crowley fu un uomo moralmente complicato, assetato di conoscenza e definito malvagio anche da sé stesso. Un autore controverso che per questa novella utilizza un ventaglio di tinte cupe, lugubri, per dipingere la sua personale immagine di quello che ci aspetta, o ci spetta, dopo la morte.

Dice di lui il curatore di questa edizione, Luca Moccafighe:

“Quando l’ardire si mescola con la sfrontatezza, di cui egli era molto dotato, arriva il prezzo da pagare […]. L’abisso non fa sconti, al massimo può ritardare la riscossione del proprio credito ma una volta che si è indugiato troppo a lungo con lo sguardo all’interno di esso, il destino è segnato in maniera irrimediabile”.

Sublime l’edizione di ABEditore come sempre curata in ogni minimo dettaglio, dalla scelta della carta a quella delle illustrazioni.


Descrizione

Aleister GrowleyAleister Crowley, noto occultista nonché eminenza nera della contro-cultura del ventesimo secolo, è stato scrittore prolifico e autore di numerosi racconti. In questa fenomenale (nel vero senso della parola) storia breve, pubblicata nel 1913, egli ci racconta di una giovane donna inglese che, durante il suo percorso per divenire una promettente scienziata, scopre di possedere la facoltà di saper leggere i pensieri altrui e di essere sensibile in maniera particolare verso le percezioni del suo prossimo; ma si accorgerà presto che questa conoscenza può essere tutt’altro che piacevole, specie quando forze oscure ed ignote prendono possesso di coloro che le stanno accanto. Una storia che vede lo scoperchiarsi di un baratro, nella quale l’autore mette in scena un vero e proprio crescendo che porterà fino ad un finale debordante e che è in grado di tenere il lettore con il fiato sospeso. Uno dei più noti amici di Oscar Wilde, lo scrittore Frank Harris, non esitò a definire Il testamento di Magdalen Blair come “la storia più terrificante mai scritta”. Del resto, chiunque si imbatta in Aleister Crowley, non può far altro che rimanerne impressionato, nel bene e nel Male.

Scheda del libro

Il testamento di Magdalen Blair di Aleister GrowleyGenere: Horror
Editore: ABEditore
Collana: Piccoli mondi
Data uscita: 4 aprile 2018
Pagine: 99
ISBN: 9788865512722

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Recensione della novella “Il testamento di Magdalen Blair” di Aleister Growley. 13.03.2019

Recensione: Il ramo spezzato

Il ramo spezzato di Karen Green

Il ramo spezzato

Di Karen Green

Ieri, in occasione del non-compleanno di David Foster Wallace ho letto questo libro, “Il ramo spezzato“. Lo avevo preso di proposito, tenuto per la ricorrenza. Non è scritto da lui ma da sua moglie, Karen Green. E l’ho letto ascoltando della musica fusa con la pioggia, pioggia debole, ma così instancabile da indebolire le fronde malferme.

Questo libro è fatto di Poesia creata con il Dolore.
Il dolore della mancanza, del vuoto da riempire a tutti i costi senza dannatamente sapere come.

“Sogno di starmene sulla riva del mare e non vedere le pieghe delle sue orecchie in ogni conchiglia”.

Il ramo spezzato di Karen GreenContiene la rabbia, che continua a picchiare nella testa per non aver capito il prima, per non aver saputo cogliere i segni (ma quali? Quanti? Diversi?).
Per non essere stata in grado. Cercando sollievo dietro le porte di un luogo già visitato a fondo con il cartellino “ospite”.

“Faccio quello che dice il dottore. Al contrario di te, trovo l’idea di arrendermi [a lui] tranquillizzante”.

Contiene l’impotenza e l’insufficienza. L’affermazione, la certezza, di non essere stata abbastanza per essere un noi bastante.

Include intimità.

“È dura ricordare le cose tenere con tenerezza”.

E tutto questo è incollato assieme da così tanto amore che fa maledettamente paura pensare che lei lo debba gestire tutto.

Adesso, tutto da sola.

Il ramo spezzato di Karen Green

Consigliato: sì

Descrizione

Karen Green
Karen Green

Diretto, brutale, a tratti disperato e a tratti arrabbiato, ma anche capace di strappare un sorriso. “Il ramo spezzato” è un libro duro come un pugno, onesto senza mai essere indiscreto, un memoir di frammenti poetici accostati a francobolli di collage e minuscole trasparenze. È un catalogo di oggetti domestici e una parata di sdoppiamenti e fantasmi fra umani, alberi e bestie. Una lettera d’amore inferocita, un inno a un corpo amato («mio da guardare, mio di cui godere»), un’esplorazione della fusione e dell’assenza, una lite senza contraddittorio, e un’opera d’arte.


Scheda del libro

Il ramo spezzato di Karen GreenGenere: Narrativa contemporanea
Editore: Baldini+Castoldi
Collana: Le boe
Data uscita: 30/08/2018
Pagine: 188
ISBN: 9788868529727

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Recensione del romanzo “Il ramo spezzato” di Karen Green. 22.02.2019.

Recensione: L’approdo

L'approdo di Shaun Tan

L’approdo

Di Shaun Tan

L'approdo di Shaun TanL’approdo” di Shaun Tan è un libro silenzioso che tavola dopo tavola accompagna la mente e i sensi in un viaggio tanto surreale nella materia quanto estremamente razionale nell’essenza.

Lo si legge osservando una storia in fotogrammi, una storia che conosciamo tutti, in un modo o nell’altro: quella di un padre che lascia moglie e figlia per cercare lavoro in un paese distante dove abitudini, cibo e persone parlano una lingua a lui sconosciuta.

Ogni illustrazione è una meravigliosa finestra su un mondo magico abitato da creature che richiamano alla mente quelle di Serafini, del suo Codex Seraphinianus. Guidati da un percorso immersivo fatto di instantanee di vita e panorami onirici, L’approdo affronta con delicatezza ed estremo rispetto il tema dell’emigrazione ponendo l’accento sulla solidarietà tra individui di origini differenti.

Tunuè ha prodotto un’edizione sublime, il volume è grande e curato nei minimi particolari, le pagine sono anticate e di ogni singola immagine si riesce a cogliere la sfumatura più lieve e ogni minuscolo dettaglio.

Un capolavoro, un’opera di rara bellezza, sia per la forma che per il contenuto.

Il romanzo è stato portato in teatro nel 2013 dalla compagnia Tamasha e nel 2018 dal QPAC.

L'approdo di Shaun Tan

Consigliato: sì

Le tavole

Descrizione

L'approdo di Shaun TanUna storia di migranti raccontata da immagini senza parole che sembrano arrivare da un tempo ormai dimenticato. Un uomo lascia sua moglie e suo figlio in una città povera, alla ricerca di un futuro migliore, e parte alla volta di un paese sconosciuto al di là di un vasto oceano.
Alla fine del viaggio si ritrova in un’assurda città a fare i conti con usanze astruse, un linguaggio indecifrabile, animali incredibili e curiosi oggetti volanti. Con solo una valigia e qualche spicciolo in tasca, l’immigrato dovrà trovare un posto dove stare, cibo da mettere sotto i denti e qualche tipo di lavoro retribuito. Ad aiutarlo nelle difficoltà ci saranno dei simpatici sconosciuti, ognuno con la propria storia mai raccontata. Storie di lotta e sopravvivenza in un mondo di violenza incomprensibile, agitazione e speranza.

Scheda del libro

L'approdo di Shaun TanGenere: Narrativa a fumetti
Editore: Tunuè
Collana: Mirari
Data uscita: 27/10/2016
Pagine: 128
ISBN: 9788899016470

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Recensione del graphic novel “L’approdo” di Shaun Tan. 29.01.2019.

Recensione: Charlotte Salomon

Charlotte Salomon di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De Francisco

Charlotte Salomon. I colori dell’anima.

Di Ilaria Ferramosca e Gian Marco De Francisco

Charlotte Salomon di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De FranciscoCharlotte Salomon nasce a Berlino nel 1917 e muore ad Auschwitz nel 1943. Muore nel campo di sterminio il giorno stesso in cui ci arriva. Muore subito perché è incinta di quattro mesi, perché è inutile. Muore dopo aver lasciato al sicuro 769 gouaches nei quali scorre in soli tre colori tutta la sua vita, perché si possa sapere un giorno quanto abbia voluto viverla, dopo il suicidio di tre donne a lei vicine, dopo aver sconfitto il destino attraverso l’arte.

In questo graphic novel gli autori Ilaria Ferramosca (per la regia) e Gian Marco De Francisco (per le illustrazioni) sono riusciti a raccontare la vita di Charlotte Salomon così come lei stessa, ai giorni nostri, avrebbe amato raccontarla: con una forma d’arte dinamica. Una forma d’arte con più livelli di lettura, quasi multimediale, nella sua staticità.

In ogni immagine, infatti, ce ne sono dentro tante, scandite e sovrapposte come fotogrammi consecutivi che fanno vivere letteralmente ogni singola illustrazione. Così i personaggi di questa biografia si muovono sulla pagina, e negli spazi dai bordi sfumati, con lo stesso dinamismo voluto e ricercato anche da Charlotte nei suoi dipinti, suggerendo musiche di sottofondo, facendo danzare i protagonisti sulla carta come sopra a un palcoscenico.

“I suoi guaches sono dei condensati d’informazioni storiche e culturali, leggibili su un unico supporto che colpisce lo sguardo. Una comunicazione diretta che facilita e trattiene l’interesse di molte persone di ogni età”. *

Quest’opera dunque non deve essere intesa come una semplice biografia ma come un pezzo d’arte da affiancare a quelli che la stessa Charlotte Salomon ci ha voluto lasciare. Quelli che si è presa la cura di lasciare quando capì che difficilmente avrebbe potuto raccontarceli. Quando ha cercato per tutta la vita di sfuggire alla morte, così come la fanciulla di Schubert ha provato a fare nella poesia di Matthias Claudius:

“Via, ah sparisci! /  Vattene, Barbaro scheletro! / Io sono ancora giovane; va caro! / E non mi toccare.
Dammi la tua mano, bella creatura delicata! / Su coraggio! Non sono cattiva, / dolcemente dormirai fra le mie braccia!”

Pietra d'inciampo, Wielandstr 15 BerlinoE ci è riuscita Charlotte, è riuscita a restare viva. In ogni suo singolo dipinto, attraverso ogni suo tratto deciso, dentro le parole che con esso si fondono. In ogni nuova forma d’arte che ancora oggi abbia l’onore di ricordarla.

“L’arte al servizio della storia, la memoria al servizio dell’arte. (Alain Kleinmann)”

*[Claudia Bourdin, presidente di RectoVerso, l’associazione europea di arte, storia e memoria dedicata a Charlotte Salomon]


Consigliato: sì

Risorse

Presentazione mostra “Charlotte Salomon – Vita? O teatro?

 Schubert, “La Morte e la Fanciulla


Le tavole


Descrizione

Charlotte Salomon di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De FranciscoCHARLOTTE SALOMON (Berlino, 16 aprile 1911-Auschwitz, 10 ottobre 1943) è una giovane pittrice ebrea in lotta con un destino che ha già segnato le donne della sua famiglia, facendole conoscere la depressione e il suicidio. Nel momento di maggior disperazione, Charlotte trova nella parte più profonda di sé, nel dolore e nella follia, la forza creativa per reinventare la sua vita: in poco meno di due anni produce «Vita? o Teatro?», un’opera in 1.300 fogli in cui si incrociano pittura, scrittura, teatro e musica. È il racconto della sua infanzia, degli studi, dei suicidi della nonna e della madre, delle sue relazioni amorose e del Nazismo. Perseguitata proprio dai nazisti in Germania, si rifugia in Francia. Ma dopo un rastrellamento della Gestapo, la morte da cui fuggiva attraverso l’arte la raggiunge nell’inferno di Auschwitz, a soli 26 anni. Prefazione di Claudia Bourdin.

Scheda del libro

Charlotte Salomon di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De FranciscoGenere: Narrativa a fumetti
Editore:
Becco Giallo
Collana:
Biografie
Data uscita:
24/01/2019
Pagine:
176
ISBN:
9788833140445

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Recensione del graphic novel “Charlotte Salomon” di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De Francisco, 25.01.2019.

Recensione: Facciamo un gioco

Facciamo un gioco di Emmanuel Carrère

Facciamo un gioco

di Emmanuel Carrère

Intendiamoci: fa sempre piacere leggere un buon racconto al sapore d’erotismo. E fa sempre piacere scoprire qualcosa di nuovo di uno scrittore che per tutt’altro genere letterario (anzi un paio nel suo caso) è conosciuto al mondo. Sto parlando di Emmanuel Carrère, l’autore del notissimo “Limonov” e autore anche di questo breve “Facciamo un gioco“.


Il libro, un racconto composto da cinquanta pagine scarse, descrive un “esperimento” erotico che Carrère ha realmente eseguito con la sua compagna. In treno. In mezzo alla gente. Potenzialmente coinvolta.

Facciamo un gioco di Emmanuel CarrèreE vista la brevità del testo e la natura dell’argomento spero non me ne vogliate se vi pianto qui così senza aggiungere altri dettagli poiché essi svelerebbero inevitabilmente alcuni punti salienti del racconto, e non si fa.

Volendo quindi raggirare trama e suggestioni varie, arrivo al mio dunque: non sono impazzita per questo testo, devo ammetterlo. Non mi sono sciolta (e meno male visto che l’ho letto nella sala d’attesa dell’otorino) né ho sperato di trovare Carrère nascosto nella doccia una volta rientrata. Però ho sorriso. E sì, forse non era l’intento dell’autore, ma tant’è.

Facciamo un gioco di Emmanuel CarrèreHo sorriso per l’ammirevole e riconfermata capacità di Carrère di mettersi a nudo – è il caso di dirlo – davanti al pubblico senza temere che un’opera provocatoria e spolverata di machismo, possa scalfire la propria reputazione di scrittore e di uomo (per carità). Senza temere altresì i giudizi taglienti che indubbiamente sarebbero arrivati al seguito. Che sono arrivati.

Pertanto, nonostante il libro non sia certo entrato tra le mie migliori letture dell’anno passato, ammetto che è stato piacevole potermi soffermare qualche minuto sulla forte e variegata personalità di questo autore. Un altro punto per Carrère.

Io sul treno però, porto un libro che è meglio.




Consigliato: no


DESCRIZIONE

Cosa succede se uno scrittore scrive una lettera erotica alla propria amata e invece di spedirla la pubblica su “Le Monde”? Questo libro è una lettera pornografica indirizzata a seicentomila persone, un dispositivo erotico che non vuole lasciare nulla al caso e detta le regole del gioco a chi lo sta leggendo, una storia d’amore “interattiva” scritta per essere letta in treno. Carrère manipola il potere seduttivo della scrittura e approfitta dell’intimità che si crea tra scrittore e lettore, ma può succedere che il caso si intrometta e che il piacere solitario della lettura diventi un viaggio nel piacere tout court e il treno che ci trasporta un’alcova smisurata.


Scheda del libro

Facciamo un gioco di Emmanuel Carrère

Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Editore: Einaudi
Collana: L’arcipelago
Data uscita: 19/01/2004
Pagine: 50
ISBN: 9788806167851

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Dettagli

Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Editore: Einaudi
Collana: L’arcipelago
Data uscita: 19/01/2004
Pagine: 50
ISBN: 9788806167851

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L’autore

Emmanuel Carrère Emmanuel Carrère
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Recensione del romanzo “Facciamo un gioco” di Emmanuel Carrère. 11.01.2019



Recensione: Tutto su Mariangela. Biografia di una donna

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele Sancisi

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna.

Di Michele Sancisi

Quando mi approcciai al libro di Michele Sancisi, “Tutto su Mariangela”, ero un po’ sulle mie, curiosa ma anche pensierosa. Sapevo molto poco di quest’attrice, di questa donna, e poco anche di ciò che riguarda il mondo del teatro. Temevo di sentirmi spaesata.

Non sono servite molte pagine a farmi ricredere, mettermi a mio agio e immergermi nella lettura.

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele Sancisi

“Tutto su Mariangela” racconta la vita di Mariangela Melato al modo di un romanzo corale, ricco di avvenimenti emozionanti e scene suggestive. Colmo altresì di quella delicatezza che si usa adoperare quando qualcosa di prezioso capita tra le mani. Una sorta di deferenza per chi ha lasciato un po’ d’arte a tutti gli altri, un garbato grazie per la bellezza aggiunta al mondo.

Così Sancisi narra della vita di Mariangela, fotografandone in apertura i suoi ultimi attimi per poi svolgere con maestria la pellicola di una vita intera.

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele SancisiL’infanzia, prima di tutto, come si conviene. Una fase imponente per Mariangela, quella dell’imprinting, quando la malattia nata assieme a lei l’ha prima debilitata per poi restituirle, negli anni, una forza smisurata, positiva, che avrebbe contagiato chiunque si fosse trovato al suo fianco.

Una forza incanalata nel lavoro e nel teatro, da essi accresciuta. Una riserva di energia in grado di alimentare quotidianamente ogni sua scelta, incalzandola, spingendola sempre avanti nonostante le zavorre di sofferenza e di mancanze.

“Sono una donna difficile che cerca di semplificarsi. Lo sono sempre stata, solo che prima mascheravo meglio le mie difficoltà”.

Pagina dopo pagina affrontiamo con lei la battaglia verso la guarigione, il muto incedere del cambiamento e – grande come una rinascita – il suo riscatto.

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele SancisiCi passeggiamo assieme, con Mariangela, con la sua allegria e la sua ironia. Nella Milano colma d’ogni arte degli anni ’60 e ’70, nei locali zeppi di idee e di amici dai nomi non ancora noti e dietro le quinte dei teatri, soprattutto. Quelli piccoli, freddi, essenziali. E quelli che sono un’emozione solo a pronunciarne il nome. Qui, con lei, proviamo parrucche, trucchi e mille tagli di capelli. E ciprie, abiti e copricapo d’ogni sorta. Osserviamo i suoi copioni. Sottolineati e colorati secondo le emozioni suscitate: il suo personale modo per diventare il personaggio. Di esserlo, non di recitarlo.

“Il mestiere dell’attore è bellissimo perché, se fatto in un certo modo, ti dà la possibilità di arricchirti, anche nel male”.

In questa biografia, oltre agli amici e ai familiari, parlano di Mariangela Melato anche i grandi artisti del teatro italiano, i suoi compagni e gli antagonisti, gli allievi e i maestri. Raccontano di sere passate a provare, di ritmi lavorativi incalzanti, di discussioni eterne per caratterizzare un personaggio in un modo piuttosto che in un altro. Di incidenti sul set.

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele SancisiRaccontano spesso della duplicità di Mariangela, quando chiedeva consigli per scegliere se accettare uno spettacolo oppure scartare un ruolo. Quando alla fine, sorridendo, decideva da sola che cosa fare, in un epilogo che lasciava a bocca aperta chiunque avesse preso parte alla questione. Sì, perché le decisioni di Mariangela in materia di lavoro non seguivano la logica comune del compenso o quella del successo garantito. Lei agiva di pancia, andava dritta dove la sfida era pazzesca, dove poteva mettersi in gioco sempre in un modo nuovo, senza mai ripetersi.

E così come la sua infanzia fu segnata dal dolore, allo stesso modo opere imponenti attorno ad esso plasmate hanno distinto i punti più alti della sua carriera: “Anna dei miracoli”, “Fedra”, “Medea”, sino a una delle sue ultime interpretazioni, “Il dolore”, della Duras. Drammi di donne difficili, complesse,  nelle quali riusciva a immedesimarsi completamente, sino a stare male per giorni interi.

Li portava dentro, quei drammi, e li evocava nelle sue interpretazioni.

“Medea è anche un modo per raccontare la mia solitudine. E la mia nostalgia della maternità: io che non ho avuto figli, e ne provo dolore, credo di capire l’enormità del dolore di Medea che, quando uccide i suoi figli, lo fa soprattutto per colpire se stessa”.

Questa biografia, corredata da foto inedite, non è solo un omaggio di Michele Sancisi a Mariangela Melato ma anche una storia di vita coinvolgente nella quale il ricordo di una grande donna si affianca a quello di un’attrice senza tempo.

Consigliato: sì

Descrizione

Mariangela Melato ha avuto una carriera unica: ha primeggiato in teatro e nel cinema, con grandi successi commerciali e di costume su entrambi i fronti. Un binomio difficile da sostenere. Come ce l’ha fatta? Cosa ha sacrificato della sua vita privata? Come si è costruita diva con le sue sole risorse di ragazza milanese con la terza media? Lo scopriamo in una biografia che scava nelle pieghe meno esposte di una star esuberante ma anche di una donna particolarmente riservata, una stella di ringhiera che ha sempre mantenuto un saldo legame con le proprie radici milanesi e popolari, pur diventando la più pagata primadonna del teatro italiano.
Questo ritratto si basa su una ricerca e su oltre 150 interviste a colleghi e amici, che l’autore intreccia come fili sparsi di memoria individuale in un tessuto altrimenti impossibile. Tra i tanti testimoni Dario Fo, Renzo Arbore, Pupi Avati, Luciano De Crescenzo, Fabrizio Gifuni, Enrico Montesano, Ottavia Piccolo, Michele Placido, Renato Pozzetto, Massimo Ranieri, Sergio Rubini, Catherine Spaak, Lina Wertmüller.

L’autore

Michele SancisiMichele Sancisi è autore televisivo e giornalista. Ha collaborato a lungo con “Il Messaggero” e con i periodici “Donna Moderna” e “Film TV”.
Ha pubblicato i libri “Nik Novecento“(2009), “Walter Chiari, un animale da palcoscenico” (2011, premio Efebo d’oro miglior libro di cinema dell’anno), ha prodotto il documentario “Nanni 70” (2009) su Nanni Svampa e per Bompiani ha curato un “Panta” su Marcello Marchesi (2015) prima di “Tutto su Mariangela” biografia della Melato. Ha lavorato al Piccolo Teatro di Milano e collabora con il Dizionario Biografico della Treccani. È autore di speciali tv e documentari per Sky Cinema e Sky Arte.

Scheda del libro

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele SancisiGenere: Musica e spettacolo
Editore: Bompiani
Collana: Overlook
Data uscita: 07/03/2018
Pagine: 384
ISBN: 9788845294365

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Recensione del libro “Tutto su Mariangela. Biografia di una donna” di Michele Sancisi. 18.12.2018.

Recensione: Jane Austen

Jane Austen

Di Manuela Santoni

Jane Austen - Graphic novel di Manuela SantoniChi ha letto i romanzi di Jane Austen ha avuto modo di amare i luoghi in cui essi sono ambientati. E non solo, generalmente, l’Inghilterra del 1800 ma anche le sue residenze, le sue dimore ricche di dettagli e di abitudini, protagoniste al fianco dei protagonisti.

“C’era la casa grande e la casa piccola; un invito al tè, un invito alla cena e a volte un pranzo all’aperto; la vita restava confinata tra utili amicizie e rendite adeguate”

[Il lettore comune, Virginia Woolf]

È in questi luoghi che Jane Austen ha vissuto, senza spostarsi mai all’estero, senza conoscere, se non dai libri della biblioteca di suo padre, il mondo fuori dalla tanto amata Inghilterra. Ma c’è un’altra esperienza che Jane Austen non ha fatto: quella di creare una famiglia. Quella di vivere appieno l’amore che tanto ha narrato nei suoi romanzi, l’amore per un uomo, l’amore per i figli. Jane Austen ha infatti scelto di vivere con la madre e le sorelle, di non conformarsi alle regole imposte dal suo tempo, dedicando tutta la sua – purtroppo breve – esistenza alla scrittura e alla lettura.

Jane Austen - Graphic novel di Manuela SantoniEd è proprio questo aspetto della sua vita che viene approfondito nel graphic novel biografico “Jane Austen”. Con oltre ottanta tavole monocolore, dal tratto morbido ma incisivo, Manuela Santoni  ci narra le scelte di una donna che, in un tempo in cui al gentil sesso non era consentito nemmeno inviare una lettera a un amico, ha deciso di seguire la sua passione senza preoccuparsi di soddisfare le aspettative della società.

“Elinor, solo coloro che sanno cosa sia soffrire possono essere orgogliosi e indipendenti”

[Marianne Dashwood, Ragione e sentimento]

Il graphic novel è impreziosito in chiusura dall’intervento di Mara Barbuni  (direttrice di “Due pollici d’avorio” la rivista letteraria della Jane Austen Society of Italy) che non solo lo arricchisce di dettagli e di curiosità circa la vita della scrittrice in relazione al tessuto sociale dell’800 e dei relativi costumi, ma fornisce anche interessanti chiavi di lettura per tutta la produzione della Austen.

Senza dubbio Manuela Santoni e Mara Bruni hanno creato un piccolo gioiello da affiancare alle note opere di una delle scrittrici più amate da tutto il mondo.

Risorse

Sito dell’autrice Manuela Santoni

Sito della Jasit (Jane Austen Society of Italy)

Consigliato: sì

Le tavole

Descrizione

Jane Austen “Cassandra, ti ricordi di quando eravamo piccole? Tu eri bravissima a ricamare e a disegnare. E poi eri sempre a tuo agio in quegli scomodi vestiti da dama che ci facevano mettere ai balli. Io ero negata in tutto. Ero la disperazione di nostra madre. Ma quando papà mi diede le chiavi della sua biblioteca il mio cuore si riempì di gioia. In mezzo a tutti quei libri! Non vedevo l’ora di leggerli tutti! In essi finalmente trovai la libertà.
Con loro potevo essere in ogni luogo e in ogni tempo.” Jane Austen, ormai prossima alla morte a soli 42 anni, ripercorre la propria giovinezza scrivendo una lunga lettera alla sorella Cassandra. Ricorda la sua infanzia di bambina cresciuta in mezzo ai libri, poco incline alle maniere consoni alle dame dell’epoca, ma incredibilmente dotata come narratrice. La scrittura e i libri sono tutta la sua vita, pari forse solo all’amore per il giovane Tom Lefroy.

L’autrice

Manuela SantoniManuela Santoni vive a Roma, è illustratrice e fumettista. Finalista al premio Battello a Vapore nel 2014, ha lavorato successivamente per Becco Giallo, De Agostini e Il Castoro.

 

Scheda del libro

Jane Austen - Graphic novel di Manuela Santoni edito Becco GialloGenere: Narrativa a fumetti
Editore: Becco Giallo
Collana: Biografie
Data uscita: 23/02/2017
Pagine: 144
ISBN: 9788899016470

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Recensione del graphic novel “Jane Austen” di Manuela Santoni. 27.11.2018.

Recensione: Storie di matti

Storie di matti di Arianna Porcelli Safonov

Storie di matti

Di Arianna Porcelli Safonov

“Ai malati immaginari, ai malati per davvero,
a quelli che dovrebbero farsi vedere
e invece si stanno truccando per uscire”.

Si apre così il libro di Arianna Porcelli Safonov, che con il suo stile ironico e diretto narra le vite di coloro che della normalità ne han fatta follia. Spesso inconsciamente, quasi mai da soli, naufraghi in giornate immense, ancorati a pensieri indicibili. Parla di persone comuni, di noi tutti, con un passato troppo spesso e un presente accomodato alla meglio.

Storie di matti di Arianna Porcelli SafonovRacconta di Mimmo che prima o poi lo urlerà al mondo, chi è davvero sua madre. E poi starà in silenzio, chiuso dentro un se stesso che non vale cento parole. E di Delfina, capace di tutto per il suo lavoro, che è la vita, il lavoro. Letteralmente. La sua e quella di chiunque valga la pena sacrificare. E di Patrizio, a cui piacciono giusto un paio di cose e si arrabbia molto quando qualcuno gliele porta via, in un modo o nell’altro. Così non manca di farsi sentire, di gridare in ogni lingua, anche una sconosciuta. Della Sig.ra Tamara, intraprendente lavoratrice al capo di un esercito in creta, plasmabile prima e fragile dopo. E di Diano, che stanco di cercare e aspettare, di esistere senza essere, decide di distruggerli, quegli ostacoli che non riesce a saltare.

E altri, tanti altri, che assieme a noi, a volte persino dentro, vestono una vita che non è della loro taglia. Perché mica sempre è possibile cucire e stringere, tagliare e allargare. Servono gli strumenti, serve “la stoffa” e servono anche gli occhi, dei buoni occhi per vedere da vicino.

E, soprattutto, quando poi la indossi, quella vita, serve qualcuno che magari ti dica: “Ti sta bene, sì. Oggi stai proprio bene”.

“Chi vive senza follia non è così savio come crede”.
(Francois de La Rochefoucauld)

Consigliato: sì

Descrizione

Storie di matti di Arianna Porcelli SafonovChe ci capiti o no di volerli vedere, i matti sono tra noi. Per strada, alle Poste, ai matrimoni: hanno solo cambiato i connotati. Sono moltissimi e forse più pericolosi di quelli di una volta rinchiusi in manicomio. I matti della porta accanto sono un movimento sempre più evidente e distruttivo. Quelli malati di socialità sono a briglia sciolta all’apericena o in fila dal nutrizionista. La loro versione 2.0 è composta per la maggior parte da persone dichiarate normali, pregevoli, da conoscere, imitare o invitare alle feste.
Ma la cosa che più ghiaccia il sangue è la loro evoluzione. I matti odierni non solo si sono inseriti nel tessuto sociale come se niente fosse, ma sono riusciti a piazzarsi ai piani alti dei grattacieli o dei governi. Oppure sono in vestaglia ad annaffiare i cespugli di bosso nel nostro pianerottolo, ogni mattina alla stessa ora, sono in fila con noi al supermercato, pronti a linciarci se chiediamo di passare avanti perché abbiamo solo il detersivo da pagare.
O, ancora, sono nel nostro letto da vent’anni. I nuovi pazzi sono i nostri sindaci, i nostri tabaccai, nostra moglie, nostro marito, il nostro amministratore delegato, l’amica di nostra figlia o semplicemente il tipo che ci siede accanto in treno. Ci attirano nella loro inquietante rete appiccicosa facendoci accettare tutto il marcio e malato come vero, assodato, chic o quantomeno normale.

L’autrice

Storie di matti di Arianna Porcelli SafonovNata a Roma e laureata in Storia del costume, Arianna Porcelli Safonov ha lavorato nell’organizzazione di eventi, mestiere per il quale ha viaggiato in tutto il mondo. Nel 2008 ha iniziato a studiare teatro comico, ha aperto il blog di racconti umoristici Madame Pipì e dal 2010 ha abbandonato il tragico mondo degli eventi per dedicarsi completamente all’intrattenimento. Oggi è un’apprezzata attrice comica, conduttrice di format tv e live e autrice di monologhi di stand-up comedy e cabaret, tra l’Italia e la Spagna. Nel 2016 ha esordito per Fazi Editore con Fottuta campagna, fortunato libro che è tuttora in tour.

Fonte: Fazi Editore


Scheda del libro

Storie di matti di Arianna Porcelli SafonovGenere: Psicologia
Editore: Fazi
Collana: Le meraviglie
Data uscita: 13/07/2017
Pagine: 220
ISBN: 9788893252263

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Recensione del libro “Storie di matti” di Arianna Porcelli Safonov. 22.10.2018.

Recensione: Wislawa Szymborska – Si dà il caso che io sia qui

Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Di Alice Milani

Wislawa Szymborska – Si dà il caso che io sia qui.

Di Alice Milani

Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Di Alice MilaniSe esistono due cose che Wislawa Szymborska amava con tutto il cuore, esse sono la poesia e i collage. Ed è fondendo sapientemente queste arti che Alice Milani, fumettista e illustratrice pisana, ha realizzato per BeccoGiallo il graphic novel dedicato alla poetessa premio Nobel per la letteratura.

Il sottotitolo dell’opera, “Si da il caso che io sia qui”, è tratto dal verso di una sua poesia:

Si dà il caso che io sia qui e guardi.
Sopra di me una farfalla bianca sbatte nell’aria
ali che sono soltanto sue
e sulle mani mi vola un’ombra,
non un’altra, non d’un altro, ma solo sua. *

In punta dei piedi, tra acquerelli sfumati, ritagli fotografici e citazioni liriche, l’autrice racconta il cuore della vita di Wislawa partendo da un lontano 1946 in Cracovia, quando la poetessa era una giovane donna in procinto di sposarsi.

Avvolta dalle grandi trasformazioni storiche dell’epoca, la Szymborska visse tra ambienti letterari influenti e piccole stanze appena illuminate, alimentando costantemente la sua vena poetica, il senso critico e l’impegno sociale. Cambiando rotta, se necessario anche il pensiero, ma mai l’identità.

Io so come adattare i lineamenti / perché nessuno veda i miei tormenti

Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Di Alice MilaniLe illustrazioni del romanzo hanno colori decisi con dettagli appena abbozzati, i soggetti si fondono con l’ambiente alternandosi a collage vividi e nitidi, testimoni culturali in continua evoluzione. Ci sono tanti stralci di poesie da richiamare alla mente, se già le si è amate, o da scoprire appieno qualora nuovi alla sua arte.

È un modo dolce e rispettoso, questo graphic novel, di entrare nella vita di una donna immensa che l’ha sapientemente tenuta in equilibrio tra ragione e sentimento, serietà ed ironia, prosa e poesia.

Il bene e il male –
ne sapevano poco, ma tutto:
quando il male trionfa, il bene si cela;
quando il bene si mostra, il male attende nascosto.
Nessuno dei due si può vincere
o allontanare a una distanza definitiva.

Ecco il perché d’una gioia sempre tinta di terrore,
d’una disperazione mai disgiunta da tacita speranza.
La vita, per quanto lunga, sarà sempre breve.
Troppo breve per aggiungere qualcosa”.

* Tratto dalla poesia “Non occorre titolo”, W. Szymborska.

Consigliato: sì [wp-svg-icons icon=”book” wrap=”i”][wp-svg-icons icon=”book” wrap=”i”][wp-svg-icons icon=”book” wrap=”i”][wp-svg-icons icon=”book” wrap=”i”] / 5


L’autrice

Alice Milani

Alice Milani è una fumettista e illustratrice. È tra i fondatori di La Trama, piccolo gruppo editoriale con sede a Bologna. È autrice di graphic novel Wisława Szymborska (BeccoGiallo, 2015, tradotto in polacco), Tumulto (Eris Edizioni, 2016, con Silvia Rocchi) e Marie Curie (BeccoGiallo, 2017). È anche editrice della serie di fiction Rami, di BeccoGiallo.



Le tavole

Scheda del libro

Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Di Alice MilaniGenere: Narrativa a fumetti
Editore: BeccoGiallo
Collana: Biografie
Pagine: 144
Data uscita: 22/10/2015
ISBN: 9788899016166

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Recensione del graphic novel “Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui” di Alice Milani, BeccoGiallo. 19.10.2018.


Recensione: Resto qui

Resto qui di Marco Balzano

Resto qui

Di Marco Balzano

Siamo in Trentino-Alto Adige, 1950 e Trina, maestra elementare, ripercorre e racconta a una figlia inconsapevole tutto ciò che è stata la sua vita, plasmata e diretta dagli eventi storici che hanno cambiato non solo le persone attorno a lei ma anche i luoghi in cui è cresciuta.

La spiazzante relazione madre-figlia ha dominio costante su tutta la vicenda, è un chiodo fisso, un pensiero ricorrente. Sia per il lettore che per Trina, la quale richiama alla mente particolari e dettagli sfumati di una tempo lontano, di un sogno sfrangiato, rubato o forse reciso, alternandoli a quelli vividi di un passato per nulla passato.

Resto qui di Marco Balzano“Non sai niente di me, eppure sai tanto perché sei mia figlia. L’odore della pelle, il calore del fiato, i nervi tesi, te li ho dati io. Dunque ti parlerò come a chi mi ha visto dentro.”

La descrizione di Marco Balzano dei luoghi, degli accadimenti e delle abitudini dei cittadini della provincia di Bolzano è coinvolgente, e accurata, se pur non approfondita. Questo però non è da ritenersi un difetto, a mio avviso, considerando la natura di romanzo del libro.

Lo stile di scrittura è veramente buono, scorrevole, evocativo. Un libro che vale la pena di essere letto, se non altro per evitare esistano altre migliaia di foto inconsapevoli scattate davanti a un impotente testimone di pietra.

Consigliato: sì.

Rating

/ 5


L’autore

Resto qui di Marco BalzanoMarco Balzano è nato a Milano nel 1978, dove vive e lavora come insegnante. Oltre a raccolte di poesie e saggi ha pubblicato tre romanzi: Il figlio del figlio (Avagliano 2010; Sellerio 2016, Premio Corrado Alvaro Opera prima), Pronti a tutte le partenze (Sellerio 2013, Premio Flaiano) e L’ultimo arrivato (Sellerio 2014, Premio Volponi, Premio Biblioteche di Roma, Premio Fenice Europa e Premio Campiello 2015). Per Einaudi ha pubblicato Resto qui (2018). I suoi libri sono tradotti in diversi Paesi.

Fonte: La Feltrinelli

Scheda del libro

Resto qui di Marco BalzanoGenere: Narrativa moderna e contemporanea
Editore: Einaudi
Pagine: 180
Collana: Supercoralli
Data uscita: 20/02/2018
ISBN: 9788806237417

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Dettagli

Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Editore: Einaudi
Pagine: 180
Collana: Supercoralli
Data uscita: 20/02/2018
ISBN: 9788806237417

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Recensione del romanzo “Resto qui” di Marco Balzano, Einaudi. 16.10.2018.