La morte dei caprioli belli
di Ota Pavel
Era da tanto tempo che mi ero ripromessa di leggere non questo, ma un altro famoso titolo di Ota Pavel, “Dove ho incontrato i pesci”. Poi, durante un incontro del gruppo di lettura, una cara persona ha proposto invece questo, “La morte dei caprioli belli“. Lo aveva con sé e l’ha presentato dicendo che era piaciuto a tutti coloro a cui l’aveva proposto negli anni, trovandolo “davvero delicato“. Le chiesi quindi se poteva prestarlo anche a me. Ho fatto bene. Grazie cara persona.
Il libro è un insieme di racconti “memoir” in cui l’autore narra le vicende della sua famiglia, di suo padre più di tutti. E usare il termine delicato per descriverlo in una parola potrebbe far pensare che queste vicende siano leggere, spassose. Invece siamo in pieno regime nazista, in un paesino distante qualche chilometro da Praga. Siamo in una piccola casa, assieme a una famiglia che attraversa l’inferno di un campo di concentramento. Anzi di tre.
Ma non si parla mai di questi incubi, non nello specifico, mai direttamente. Si parla del prima e del dopo. Del babbo, per esempio, che prova in qualche modo a riempire cesti di cibo da mandare a Terezin per i figli, con il francobollo “speciale” per l’affrancatura. Che cerca di procurarsi della carne, cacciandola, perché devono partire in forza i suoi figli, con lo stomaco pieno.
I ragazzi si ingozzarono per gli anni a venire, per resistere a Terezín, ad Auschwitz, a Mauthausen e alle marce della morte nel gelo a trenta gradi sotto zero […] e a tutte quelle belle cosette che avevano preparato per loro i nostri stimati vicini, i tedeschi.
Ota Pavel ci parla della vita, semplicemente. Parla della vita che esiste e restiste sempre, a prescindere dagli strattoni, dalle voragini che provano a inghiottirla. E la celebra, la vita, raccontando con ironia e dolcezza la quotidianità, facendo emergere le qualità dell’essere umano, sfumandone i suoi lati peggiori.
Lì in quei posti vivevano delle belle persone, come il vagabondo Bambas. Dalla primavera all’inverno non lavorava, pescava i pesci vicino alla Roccia del diavolo. Per ciascun giorno teneva pronte in un sacchetto di stoffa cinque zollette di zucchero conservate dal periodo invernale, in cui lavorava poco. La sua vita mi incantava e anche negli anni a seguire, quando gli altri desideravano essere scrittori oppure ingegneri nei cantieri del comunismo, io desideravo essere Bambas.
Paesaggi, natura, animali, soprattutto i pesci, grande passione del padre, sono presenti e co-protagonisti in ogni racconto, sono simbolo di ricchezza, di benessere e di potere anche:
“All’inizio dell’occupazione tolsero subito al mio papà il laghetto di Buštěhrad. ‘Ma che, un ebreo può allevare carpe?'”
“Ma papà su quel laghetto ci andava già da bambino con la tinozza, ci avevano navigato con la tinozza già suo padre, suo nonno e anche il bisnonno, cosi che a quel laghetto lo legava un certo qual vincolo con gli avi”.
Ora non mi resta che leggere presto anche “Dove ho incontrato i pesci”, sicura di ritrovare la stessa scrittura limpida, ironica e positiva di Pavel. E se di lui non conoscete molto, io vi consiglio di leggere la sua biografia solo dopo aver letto un suo libro.
Ota Pavel è un Van Gogh della letteratura ceca.
Consigliato: sìDescrizione
Le storie della famiglia Popper incrociano le vicende dell’Europa di prima, durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Eppure, leggendo “La morte dei caprioli belli”, ridiamo e ci commuoviamo non sulle macerie della guerra, ma sulle cose di ogni giorno. Qui protagonista è la vita, travolgente in tutta la sua bellezza: un padre sognatore, innamorato della pesca e delle donne, che tra alti e bassi non smette di combinare guai, una madre solida e paziente ma che sa il fatto suo, pescatori, operai e soldati che rubano, regalano, scappano, temono… Con un calore e una semplicità disarmanti Ota Pavel ci porta sulle sponde del laghetto, sdraiati con lo sguardo che punta al cielo e il cuore colmo di stupore.
Dettagli
Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Editore: Keller
Collana: Vie
Data uscita: 01/01/2013
Pagine: 192
ISBN: 9788889767375
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