La via del bosco

LA VIA DEL BOSCO - Long Litt Woon

La via del bosco

di Long Litt Woon

La via del bosco” si presenta come un doppio percorso di crescita: quello intrapreso per uscire da un lutto improvviso, l’altro per conoscere il mondo dei funghi: “Una storia di lutto, funghi e rinascita” recita infatti il sottotitolo.

LA VIA DEL BOSCO - Long Litt Woon

Solo che i funghi occupano il settanta per cento del testo e il primo percorso, quello dell’elaborazione del lutto, finisce per sembrare più un espediente letterario per discutere di porcini e allucinogeni che un fatto tristemente accaduto, che avrebbe meritato lo stesso livello di approfondimento (già superficiale, restando un romanzo biografico di formazione e non un saggio di micologia. “Micologia” l’ho appena imparato).

Quindi direi con estrema tranquillità che ritengo il libro non adatto né a chi cerca una qualsivoglia risposta o consolazione a seguito di un lutto né a chi desidera approfondire il discorso funghi.
Detto ciò, il libro è scorrevole, ci sono tante curiosità che riguardano la cultura norvegese e similitudini con altre culture, in special modo quella americana. L’autrice parla del suo vissuto, della perdita improvvisa del marito, con grande dignità, senza melodrammi, con enorme rispetto per sé stessa, per il suo dolore e per i tempi necessari a comprenderlo.

“Il dolore, quando lo si tiene nascosto, diventa privato, solitario”.

Per la mia personale esperienza di vita il sunto di questo libro non è altro che un’ulteriore conferma a una lezione già acquisita: quando un sentimento o un avvenimento imponente dà del filo da torcere, occupa tutti i pensieri della giornata, allora occorre farsi forza e spostare l’attenzione su qualcosa d’altro. Non subito, darsi il tempo per soffrire è altrettanto importante, ma poi serve impegnarsi in un’attività in grado di distrarre, per riuscire a respirare di nuovo. Non che i sentimenti “spessi” poi svaniscano, sia chiaro, quelli restano e resta pressoché intatta nel tempo anche la loro intensità. Solo magari, riproponendosi con meno frequenza, si riescono a gestire e a vivere con meno ripercussioni.

Consigliato: nì


DESCRIZIONE

Quando Long Litt Woon, antropologa malese da decenni trapiantata a Oslo per amore, perde inaspettatamente il marito Eiolf, la sua esistenza si svuota di ogni significato ed è inghiottita in una bolla di apatia. Ad aprire la prospettiva su una vita nuova e piena è la partecipazione quasi accidentale a un corso di micologia per principianti: la scoperta del mondo dei funghi comincia a risvegliare in lei tutti e cinque i sensi conducendola lentamente su due sentieri paralleli, quello concreto che si snoda tra i profumi e i colori dei boschi norvegesi – ma anche del lontano Central Park – e il faticoso percorso interiore dell’elaborazione del lutto.

Nel libro si alternano così la narrazione, tanto più asciutta quanto più vera, di una vicenda intima e dolorosa e il resoconto acceso, vitale, pieno di gioia dell’esplorazione di un regno naturale complesso e misterioso e dell’eccentrica comunità umana che lo abita, il popolo dei fungaioli, con le sue regole, i suoi rituali e le sue ossessioni. Con lo sguardo rigoroso dell’antropologa diventata ormai esperta micologa, Long Litt Woon ci aiuta a destreggiarci con competenza tra spugnole, steccherini e ovoli-malefici e nello stesso tempo a riflettere sulle peculiarità nazionali e sui pregiudizi culturali in cui è avvolto un argomento che si vorrebbe scientifico. Ma soprattutto ci immerge nella profondità umana di una donna che ha saputo trasformare una passione in ancora di salvezza.


Scheda del libro

LA VIA DEL BOSCO - Long Litt Woon

Genere: Biografie e autobiografie
Editore: Iperborea
Traduttore: Alessandro Storti
Data uscita: 04/09/2019
Pagine: 288
ISBN: 9788870915587

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La via del bosco di Litt Woon Long


Dettagli

Genere: Biografie e autobiografie
Editore: Iperborea
Traduttore: Alessandro Storti
Data uscita: 04/09/2019
Pagine: 288
ISBN: 9788870915587

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L’autrice

Long Litt WoonLong Litt Woon
Leggi la biografia su Iperborea [wp-svg-icons icon=”redo-2″ wrap=”span”]






Recensione del romanzo “La via del bosco” di Long Litt Woon. 23.01.2020



Il grido del gabbiano

Il grido del gabbiano di Emmanuelle Laborit

Il grido del gabbiano

Di Emmanuelle Laborit

Il grido del gabbiano di Emmanuelle LaboritIl grido del gabbiano” è la storia raccontata in prima persona da Emmanuelle Laborit. La storia di una fanciulla cocciuta, di un’adolescente scatenata, di una donna divenuta un’affermata e premiata attrice teatrale ma soprattutto la storia di una persona nata sordomuta nella Francia del 1971. Praticamente ieri.

Ci sono due cose in particolare che mi hanno colpito di questa sua vicenda e che ignoravo completamente. Una riguarda il divieto categorico di utilizzare la LSF (linguaggio dei segni francese) nelle scuole elementari del posto destinate alla formazione di persone non udenti. Vigeva invece l’obbligo per tutto il corpo docenti di insegnare i suoni attraverso la lettura labiale e la sistematica ripetizione. Pare subito assurdo chiedere di ripetere un suono che non si è mai sentito… eppure. Mani dietro la schiena e forza, porre le labbra in modo corretto per emettere suoni comprensibili (agli udenti). Eggià. Straziante, degratante, improduttivo e frustrante. Era quasi considerato un male passeggero, la sordità, che a forza di tentativi sarebbe svanita. Non solo esigendo dai bambini un risultato pressoché impossibile da ottenere e assolutamente inutile alla loro crescita ma trattandoli come una minoranza che deve adeguarsi al resto del mondo. Non con mezzi propri ma con quelli che il resto del mondo, quello “non guasto”, ritiene idonei. Ecco questo mi ha lasciata basita.

La seconda è stata apprendere come lei non abbia ricordi dei suoi primi sette anni di età fino a quando, grazie ai suoi genitori e a insegnanti privati, ha imparato a comunicare con la LSF. Ha solo poche immagini confuse, sconnesse e soprattutto non in ordine temporale. Immagini a volte ben elaborate, altre meno, altre completamente sfocate. Un film muto con fotogrammi assenti e altri sparsi, messi in disordine. Per sette anni, tutti i primi sette anni della sua vita.

Quando ero a circa tre quarti del libro ricordo che andai a fare la spesa e vidi passare in corsia un ragazzo con un piccolo apparecchio nero installato sopra il cranio rasato. Mi domandai cosa fosse ma poi me ne scordai come forse era accaduto in precedenza, non lo so, non ho memoria di averci fatto caso altre volte. Andai avanti a leggere il libro e verso la fine di esso Emmanuelle – sempre caso vuole… – spiega di come la chirurgia appena nata nel campo (1970) è intervenuta per aiutare i non udenti dalla nascita in un modo che lei definisce molto, molto, invasivo innestando questi impianti cocleari (che trasformano i suoni in segnali elettrici inviati direttamente al nervo acustico) nei bambini molto piccoli, provocando in essi quasi la pazzia, il rigetto. Lei parla di bambini che sono arrivati a strapparsi l’impianto da soli. Non conosco assolutamente nulla di più in questo ambito per mia fortuna o sfortuna e sicuramente per ignoranza quindi non so se si tratta di casi isolati in un momento “sperimentale” (comunque non giustificati) o situazioni che capitano tutt’ora con frequenza. Spero la prima.

Un libro utile per conoscere (un’altra) realtà di cui si parla sempre poco e rendersi ancora una volta conto di quante cose si danno per scontato.

E buon compleanno Emmanuelle. 🎂

Consigliato: sì

Scheda del libro

Il grido del gabbiano di Emmanuelle LaboritGenere: Saggi
Editore: Rizzoli
Collana: Superbur
Data uscita: 30/09/1997
Pagine: 250
ISBN: 9788817202237


“Il grido del gabbiano”, Emmanuelle Laborit. 18.10.2019.

Recensione: Il ramo spezzato

Il ramo spezzato di Karen Green

Il ramo spezzato

Di Karen Green

Ieri, in occasione del non-compleanno di David Foster Wallace ho letto questo libro, “Il ramo spezzato“. Lo avevo preso di proposito, tenuto per la ricorrenza. Non è scritto da lui ma da sua moglie, Karen Green. E l’ho letto ascoltando della musica fusa con la pioggia, pioggia debole, ma così instancabile da indebolire le fronde malferme.

Questo libro è fatto di Poesia creata con il Dolore.
Il dolore della mancanza, del vuoto da riempire a tutti i costi senza dannatamente sapere come.

“Sogno di starmene sulla riva del mare e non vedere le pieghe delle sue orecchie in ogni conchiglia”.

Il ramo spezzato di Karen GreenContiene la rabbia, che continua a picchiare nella testa per non aver capito il prima, per non aver saputo cogliere i segni (ma quali? Quanti? Diversi?).
Per non essere stata in grado. Cercando sollievo dietro le porte di un luogo già visitato a fondo con il cartellino “ospite”.

“Faccio quello che dice il dottore. Al contrario di te, trovo l’idea di arrendermi [a lui] tranquillizzante”.

Contiene l’impotenza e l’insufficienza. L’affermazione, la certezza, di non essere stata abbastanza per essere un noi bastante.

Include intimità.

“È dura ricordare le cose tenere con tenerezza”.

E tutto questo è incollato assieme da così tanto amore che fa maledettamente paura pensare che lei lo debba gestire tutto.

Adesso, tutto da sola.

Il ramo spezzato di Karen Green

Consigliato: sì

Descrizione

Karen Green
Karen Green

Diretto, brutale, a tratti disperato e a tratti arrabbiato, ma anche capace di strappare un sorriso. “Il ramo spezzato” è un libro duro come un pugno, onesto senza mai essere indiscreto, un memoir di frammenti poetici accostati a francobolli di collage e minuscole trasparenze. È un catalogo di oggetti domestici e una parata di sdoppiamenti e fantasmi fra umani, alberi e bestie. Una lettera d’amore inferocita, un inno a un corpo amato («mio da guardare, mio di cui godere»), un’esplorazione della fusione e dell’assenza, una lite senza contraddittorio, e un’opera d’arte.


Scheda del libro

Il ramo spezzato di Karen GreenGenere: Narrativa contemporanea
Editore: Baldini+Castoldi
Collana: Le boe
Data uscita: 30/08/2018
Pagine: 188
ISBN: 9788868529727

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Recensione del romanzo “Il ramo spezzato” di Karen Green. 22.02.2019.

Recensione: Charlotte Salomon

Charlotte Salomon di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De Francisco

Charlotte Salomon. I colori dell’anima.

Di Ilaria Ferramosca e Gian Marco De Francisco

Charlotte Salomon di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De FranciscoCharlotte Salomon nasce a Berlino nel 1917 e muore ad Auschwitz nel 1943. Muore nel campo di sterminio il giorno stesso in cui ci arriva. Muore subito perché è incinta di quattro mesi, perché è inutile. Muore dopo aver lasciato al sicuro 769 gouaches nei quali scorre in soli tre colori tutta la sua vita, perché si possa sapere un giorno quanto abbia voluto viverla, dopo il suicidio di tre donne a lei vicine, dopo aver sconfitto il destino attraverso l’arte.

In questo graphic novel gli autori Ilaria Ferramosca (per la regia) e Gian Marco De Francisco (per le illustrazioni) sono riusciti a raccontare la vita di Charlotte Salomon così come lei stessa, ai giorni nostri, avrebbe amato raccontarla: con una forma d’arte dinamica. Una forma d’arte con più livelli di lettura, quasi multimediale, nella sua staticità.

In ogni immagine, infatti, ce ne sono dentro tante, scandite e sovrapposte come fotogrammi consecutivi che fanno vivere letteralmente ogni singola illustrazione. Così i personaggi di questa biografia si muovono sulla pagina, e negli spazi dai bordi sfumati, con lo stesso dinamismo voluto e ricercato anche da Charlotte nei suoi dipinti, suggerendo musiche di sottofondo, facendo danzare i protagonisti sulla carta come sopra a un palcoscenico.

“I suoi guaches sono dei condensati d’informazioni storiche e culturali, leggibili su un unico supporto che colpisce lo sguardo. Una comunicazione diretta che facilita e trattiene l’interesse di molte persone di ogni età”. *

Quest’opera dunque non deve essere intesa come una semplice biografia ma come un pezzo d’arte da affiancare a quelli che la stessa Charlotte Salomon ci ha voluto lasciare. Quelli che si è presa la cura di lasciare quando capì che difficilmente avrebbe potuto raccontarceli. Quando ha cercato per tutta la vita di sfuggire alla morte, così come la fanciulla di Schubert ha provato a fare nella poesia di Matthias Claudius:

“Via, ah sparisci! /  Vattene, Barbaro scheletro! / Io sono ancora giovane; va caro! / E non mi toccare.
Dammi la tua mano, bella creatura delicata! / Su coraggio! Non sono cattiva, / dolcemente dormirai fra le mie braccia!”

Pietra d'inciampo, Wielandstr 15 BerlinoE ci è riuscita Charlotte, è riuscita a restare viva. In ogni suo singolo dipinto, attraverso ogni suo tratto deciso, dentro le parole che con esso si fondono. In ogni nuova forma d’arte che ancora oggi abbia l’onore di ricordarla.

“L’arte al servizio della storia, la memoria al servizio dell’arte. (Alain Kleinmann)”

*[Claudia Bourdin, presidente di RectoVerso, l’associazione europea di arte, storia e memoria dedicata a Charlotte Salomon]


Consigliato: sì

Risorse

Presentazione mostra “Charlotte Salomon – Vita? O teatro?

 Schubert, “La Morte e la Fanciulla


Le tavole


Descrizione

Charlotte Salomon di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De FranciscoCHARLOTTE SALOMON (Berlino, 16 aprile 1911-Auschwitz, 10 ottobre 1943) è una giovane pittrice ebrea in lotta con un destino che ha già segnato le donne della sua famiglia, facendole conoscere la depressione e il suicidio. Nel momento di maggior disperazione, Charlotte trova nella parte più profonda di sé, nel dolore e nella follia, la forza creativa per reinventare la sua vita: in poco meno di due anni produce «Vita? o Teatro?», un’opera in 1.300 fogli in cui si incrociano pittura, scrittura, teatro e musica. È il racconto della sua infanzia, degli studi, dei suicidi della nonna e della madre, delle sue relazioni amorose e del Nazismo. Perseguitata proprio dai nazisti in Germania, si rifugia in Francia. Ma dopo un rastrellamento della Gestapo, la morte da cui fuggiva attraverso l’arte la raggiunge nell’inferno di Auschwitz, a soli 26 anni. Prefazione di Claudia Bourdin.

Scheda del libro

Charlotte Salomon di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De FranciscoGenere: Narrativa a fumetti
Editore:
Becco Giallo
Collana:
Biografie
Data uscita:
24/01/2019
Pagine:
176
ISBN:
9788833140445

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Recensione del graphic novel “Charlotte Salomon” di Ilaria Bellamosca e Gian Marco De Francisco, 25.01.2019.

Recensione: Tutto su Mariangela. Biografia di una donna

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele Sancisi

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna.

Di Michele Sancisi

Quando mi approcciai al libro di Michele Sancisi, “Tutto su Mariangela”, ero un po’ sulle mie, curiosa ma anche pensierosa. Sapevo molto poco di quest’attrice, di questa donna, e poco anche di ciò che riguarda il mondo del teatro. Temevo di sentirmi spaesata.

Non sono servite molte pagine a farmi ricredere, mettermi a mio agio e immergermi nella lettura.

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele Sancisi

“Tutto su Mariangela” racconta la vita di Mariangela Melato al modo di un romanzo corale, ricco di avvenimenti emozionanti e scene suggestive. Colmo altresì di quella delicatezza che si usa adoperare quando qualcosa di prezioso capita tra le mani. Una sorta di deferenza per chi ha lasciato un po’ d’arte a tutti gli altri, un garbato grazie per la bellezza aggiunta al mondo.

Così Sancisi narra della vita di Mariangela, fotografandone in apertura i suoi ultimi attimi per poi svolgere con maestria la pellicola di una vita intera.

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele SancisiL’infanzia, prima di tutto, come si conviene. Una fase imponente per Mariangela, quella dell’imprinting, quando la malattia nata assieme a lei l’ha prima debilitata per poi restituirle, negli anni, una forza smisurata, positiva, che avrebbe contagiato chiunque si fosse trovato al suo fianco.

Una forza incanalata nel lavoro e nel teatro, da essi accresciuta. Una riserva di energia in grado di alimentare quotidianamente ogni sua scelta, incalzandola, spingendola sempre avanti nonostante le zavorre di sofferenza e di mancanze.

“Sono una donna difficile che cerca di semplificarsi. Lo sono sempre stata, solo che prima mascheravo meglio le mie difficoltà”.

Pagina dopo pagina affrontiamo con lei la battaglia verso la guarigione, il muto incedere del cambiamento e – grande come una rinascita – il suo riscatto.

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele SancisiCi passeggiamo assieme, con Mariangela, con la sua allegria e la sua ironia. Nella Milano colma d’ogni arte degli anni ’60 e ’70, nei locali zeppi di idee e di amici dai nomi non ancora noti e dietro le quinte dei teatri, soprattutto. Quelli piccoli, freddi, essenziali. E quelli che sono un’emozione solo a pronunciarne il nome. Qui, con lei, proviamo parrucche, trucchi e mille tagli di capelli. E ciprie, abiti e copricapo d’ogni sorta. Osserviamo i suoi copioni. Sottolineati e colorati secondo le emozioni suscitate: il suo personale modo per diventare il personaggio. Di esserlo, non di recitarlo.

“Il mestiere dell’attore è bellissimo perché, se fatto in un certo modo, ti dà la possibilità di arricchirti, anche nel male”.

In questa biografia, oltre agli amici e ai familiari, parlano di Mariangela Melato anche i grandi artisti del teatro italiano, i suoi compagni e gli antagonisti, gli allievi e i maestri. Raccontano di sere passate a provare, di ritmi lavorativi incalzanti, di discussioni eterne per caratterizzare un personaggio in un modo piuttosto che in un altro. Di incidenti sul set.

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele SancisiRaccontano spesso della duplicità di Mariangela, quando chiedeva consigli per scegliere se accettare uno spettacolo oppure scartare un ruolo. Quando alla fine, sorridendo, decideva da sola che cosa fare, in un epilogo che lasciava a bocca aperta chiunque avesse preso parte alla questione. Sì, perché le decisioni di Mariangela in materia di lavoro non seguivano la logica comune del compenso o quella del successo garantito. Lei agiva di pancia, andava dritta dove la sfida era pazzesca, dove poteva mettersi in gioco sempre in un modo nuovo, senza mai ripetersi.

E così come la sua infanzia fu segnata dal dolore, allo stesso modo opere imponenti attorno ad esso plasmate hanno distinto i punti più alti della sua carriera: “Anna dei miracoli”, “Fedra”, “Medea”, sino a una delle sue ultime interpretazioni, “Il dolore”, della Duras. Drammi di donne difficili, complesse,  nelle quali riusciva a immedesimarsi completamente, sino a stare male per giorni interi.

Li portava dentro, quei drammi, e li evocava nelle sue interpretazioni.

“Medea è anche un modo per raccontare la mia solitudine. E la mia nostalgia della maternità: io che non ho avuto figli, e ne provo dolore, credo di capire l’enormità del dolore di Medea che, quando uccide i suoi figli, lo fa soprattutto per colpire se stessa”.

Questa biografia, corredata da foto inedite, non è solo un omaggio di Michele Sancisi a Mariangela Melato ma anche una storia di vita coinvolgente nella quale il ricordo di una grande donna si affianca a quello di un’attrice senza tempo.

Consigliato: sì

Descrizione

Mariangela Melato ha avuto una carriera unica: ha primeggiato in teatro e nel cinema, con grandi successi commerciali e di costume su entrambi i fronti. Un binomio difficile da sostenere. Come ce l’ha fatta? Cosa ha sacrificato della sua vita privata? Come si è costruita diva con le sue sole risorse di ragazza milanese con la terza media? Lo scopriamo in una biografia che scava nelle pieghe meno esposte di una star esuberante ma anche di una donna particolarmente riservata, una stella di ringhiera che ha sempre mantenuto un saldo legame con le proprie radici milanesi e popolari, pur diventando la più pagata primadonna del teatro italiano.
Questo ritratto si basa su una ricerca e su oltre 150 interviste a colleghi e amici, che l’autore intreccia come fili sparsi di memoria individuale in un tessuto altrimenti impossibile. Tra i tanti testimoni Dario Fo, Renzo Arbore, Pupi Avati, Luciano De Crescenzo, Fabrizio Gifuni, Enrico Montesano, Ottavia Piccolo, Michele Placido, Renato Pozzetto, Massimo Ranieri, Sergio Rubini, Catherine Spaak, Lina Wertmüller.

L’autore

Michele SancisiMichele Sancisi è autore televisivo e giornalista. Ha collaborato a lungo con “Il Messaggero” e con i periodici “Donna Moderna” e “Film TV”.
Ha pubblicato i libri “Nik Novecento“(2009), “Walter Chiari, un animale da palcoscenico” (2011, premio Efebo d’oro miglior libro di cinema dell’anno), ha prodotto il documentario “Nanni 70” (2009) su Nanni Svampa e per Bompiani ha curato un “Panta” su Marcello Marchesi (2015) prima di “Tutto su Mariangela” biografia della Melato. Ha lavorato al Piccolo Teatro di Milano e collabora con il Dizionario Biografico della Treccani. È autore di speciali tv e documentari per Sky Cinema e Sky Arte.

Scheda del libro

Tutto su Mariangela. Biografia di una donna. Di Michele SancisiGenere: Musica e spettacolo
Editore: Bompiani
Collana: Overlook
Data uscita: 07/03/2018
Pagine: 384
ISBN: 9788845294365

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Recensione del libro “Tutto su Mariangela. Biografia di una donna” di Michele Sancisi. 18.12.2018.

Recensione: Jane Austen

Jane Austen

Di Manuela Santoni

Jane Austen - Graphic novel di Manuela SantoniChi ha letto i romanzi di Jane Austen ha avuto modo di amare i luoghi in cui essi sono ambientati. E non solo, generalmente, l’Inghilterra del 1800 ma anche le sue residenze, le sue dimore ricche di dettagli e di abitudini, protagoniste al fianco dei protagonisti.

“C’era la casa grande e la casa piccola; un invito al tè, un invito alla cena e a volte un pranzo all’aperto; la vita restava confinata tra utili amicizie e rendite adeguate”

[Il lettore comune, Virginia Woolf]

È in questi luoghi che Jane Austen ha vissuto, senza spostarsi mai all’estero, senza conoscere, se non dai libri della biblioteca di suo padre, il mondo fuori dalla tanto amata Inghilterra. Ma c’è un’altra esperienza che Jane Austen non ha fatto: quella di creare una famiglia. Quella di vivere appieno l’amore che tanto ha narrato nei suoi romanzi, l’amore per un uomo, l’amore per i figli. Jane Austen ha infatti scelto di vivere con la madre e le sorelle, di non conformarsi alle regole imposte dal suo tempo, dedicando tutta la sua – purtroppo breve – esistenza alla scrittura e alla lettura.

Jane Austen - Graphic novel di Manuela SantoniEd è proprio questo aspetto della sua vita che viene approfondito nel graphic novel biografico “Jane Austen”. Con oltre ottanta tavole monocolore, dal tratto morbido ma incisivo, Manuela Santoni  ci narra le scelte di una donna che, in un tempo in cui al gentil sesso non era consentito nemmeno inviare una lettera a un amico, ha deciso di seguire la sua passione senza preoccuparsi di soddisfare le aspettative della società.

“Elinor, solo coloro che sanno cosa sia soffrire possono essere orgogliosi e indipendenti”

[Marianne Dashwood, Ragione e sentimento]

Il graphic novel è impreziosito in chiusura dall’intervento di Mara Barbuni  (direttrice di “Due pollici d’avorio” la rivista letteraria della Jane Austen Society of Italy) che non solo lo arricchisce di dettagli e di curiosità circa la vita della scrittrice in relazione al tessuto sociale dell’800 e dei relativi costumi, ma fornisce anche interessanti chiavi di lettura per tutta la produzione della Austen.

Senza dubbio Manuela Santoni e Mara Bruni hanno creato un piccolo gioiello da affiancare alle note opere di una delle scrittrici più amate da tutto il mondo.

Risorse

Sito dell’autrice Manuela Santoni

Sito della Jasit (Jane Austen Society of Italy)

Consigliato: sì

Le tavole

Descrizione

Jane Austen “Cassandra, ti ricordi di quando eravamo piccole? Tu eri bravissima a ricamare e a disegnare. E poi eri sempre a tuo agio in quegli scomodi vestiti da dama che ci facevano mettere ai balli. Io ero negata in tutto. Ero la disperazione di nostra madre. Ma quando papà mi diede le chiavi della sua biblioteca il mio cuore si riempì di gioia. In mezzo a tutti quei libri! Non vedevo l’ora di leggerli tutti! In essi finalmente trovai la libertà.
Con loro potevo essere in ogni luogo e in ogni tempo.” Jane Austen, ormai prossima alla morte a soli 42 anni, ripercorre la propria giovinezza scrivendo una lunga lettera alla sorella Cassandra. Ricorda la sua infanzia di bambina cresciuta in mezzo ai libri, poco incline alle maniere consoni alle dame dell’epoca, ma incredibilmente dotata come narratrice. La scrittura e i libri sono tutta la sua vita, pari forse solo all’amore per il giovane Tom Lefroy.

L’autrice

Manuela SantoniManuela Santoni vive a Roma, è illustratrice e fumettista. Finalista al premio Battello a Vapore nel 2014, ha lavorato successivamente per Becco Giallo, De Agostini e Il Castoro.

 

Scheda del libro

Jane Austen - Graphic novel di Manuela Santoni edito Becco GialloGenere: Narrativa a fumetti
Editore: Becco Giallo
Collana: Biografie
Data uscita: 23/02/2017
Pagine: 144
ISBN: 9788899016470

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Recensione del graphic novel “Jane Austen” di Manuela Santoni. 27.11.2018.

Recensione: Wislawa Szymborska – Si dà il caso che io sia qui

Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Di Alice Milani

Wislawa Szymborska – Si dà il caso che io sia qui.

Di Alice Milani

Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Di Alice MilaniSe esistono due cose che Wislawa Szymborska amava con tutto il cuore, esse sono la poesia e i collage. Ed è fondendo sapientemente queste arti che Alice Milani, fumettista e illustratrice pisana, ha realizzato per BeccoGiallo il graphic novel dedicato alla poetessa premio Nobel per la letteratura.

Il sottotitolo dell’opera, “Si da il caso che io sia qui”, è tratto dal verso di una sua poesia:

Si dà il caso che io sia qui e guardi.
Sopra di me una farfalla bianca sbatte nell’aria
ali che sono soltanto sue
e sulle mani mi vola un’ombra,
non un’altra, non d’un altro, ma solo sua. *

In punta dei piedi, tra acquerelli sfumati, ritagli fotografici e citazioni liriche, l’autrice racconta il cuore della vita di Wislawa partendo da un lontano 1946 in Cracovia, quando la poetessa era una giovane donna in procinto di sposarsi.

Avvolta dalle grandi trasformazioni storiche dell’epoca, la Szymborska visse tra ambienti letterari influenti e piccole stanze appena illuminate, alimentando costantemente la sua vena poetica, il senso critico e l’impegno sociale. Cambiando rotta, se necessario anche il pensiero, ma mai l’identità.

Io so come adattare i lineamenti / perché nessuno veda i miei tormenti

Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Di Alice MilaniLe illustrazioni del romanzo hanno colori decisi con dettagli appena abbozzati, i soggetti si fondono con l’ambiente alternandosi a collage vividi e nitidi, testimoni culturali in continua evoluzione. Ci sono tanti stralci di poesie da richiamare alla mente, se già le si è amate, o da scoprire appieno qualora nuovi alla sua arte.

È un modo dolce e rispettoso, questo graphic novel, di entrare nella vita di una donna immensa che l’ha sapientemente tenuta in equilibrio tra ragione e sentimento, serietà ed ironia, prosa e poesia.

Il bene e il male –
ne sapevano poco, ma tutto:
quando il male trionfa, il bene si cela;
quando il bene si mostra, il male attende nascosto.
Nessuno dei due si può vincere
o allontanare a una distanza definitiva.

Ecco il perché d’una gioia sempre tinta di terrore,
d’una disperazione mai disgiunta da tacita speranza.
La vita, per quanto lunga, sarà sempre breve.
Troppo breve per aggiungere qualcosa”.

* Tratto dalla poesia “Non occorre titolo”, W. Szymborska.

Consigliato: sì [wp-svg-icons icon=”book” wrap=”i”][wp-svg-icons icon=”book” wrap=”i”][wp-svg-icons icon=”book” wrap=”i”][wp-svg-icons icon=”book” wrap=”i”] / 5


L’autrice

Alice Milani

Alice Milani è una fumettista e illustratrice. È tra i fondatori di La Trama, piccolo gruppo editoriale con sede a Bologna. È autrice di graphic novel Wisława Szymborska (BeccoGiallo, 2015, tradotto in polacco), Tumulto (Eris Edizioni, 2016, con Silvia Rocchi) e Marie Curie (BeccoGiallo, 2017). È anche editrice della serie di fiction Rami, di BeccoGiallo.



Le tavole

Scheda del libro

Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui. Di Alice MilaniGenere: Narrativa a fumetti
Editore: BeccoGiallo
Collana: Biografie
Pagine: 144
Data uscita: 22/10/2015
ISBN: 9788899016166

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Recensione del graphic novel “Wislawa Szymborska. Si dà il caso che io sia qui” di Alice Milani, BeccoGiallo. 19.10.2018.


Recensione: Primo Levi

Primo Levi

di Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci

Primo Levi di Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci, edizioni Becco GialloÈ stato commovente “vedere” Primo Levi ritratto in questo graphic novel, assieme al suo passato imponente e all’immenso coraggio, anche quello di non dimenticare. Schivo, introverso, egli raccoglie qui le forze, e ricordi, per offrire una testimonianza priva di commiserazione alle nuove generazioni.

Attraverso i testi di Mastragostino e la matita di Ranghiasci, Primo Levi racconta infatti ai ragazzi della vecchia scuola elementare la sua storia nel campo di Auschwitz e il suo ritorno a casa. I disegni sono in bianco e nero, il tratto è preciso ed è molto forte il contrasto nelle tavole, come la realtà e la speranza, il quotidiano e l’aspettativa. È un graphic novel faticoso, come si può immaginare. Ma è anche un testo curato nei minimi dettagli, delicato e rispettoso, una finestra che si apre con delicatezza sulla vita di Levi diventando un prezioso documento storico che, proprio per via del tipo di comunicazione, si presta anche un pubblico più giovane. Un ottimo modo per trasmettere informazioni impegnative in modo efficace, senza perdita di contenuti ma, anzi, con il valore aggiunto della scenografia.

Il libro è inoltre corredato da una nota dell’autore che spiega le sue motivazioni circa le scelte dei testi e delle sceneggiature nella quale racconta anche il suo “incontro” con Primo Levi. Inoltre, c’è un’accurata cronologia dei fatti, l’elenco dei personaggi che compaiono con le relative biografie, suggerimenti per approfondimenti letterari e cinematografici.


Rating

/ 5


Descrizione

Autunno. A pochi mesi dalla morte, Primo Levi incontra gli alunni della scuola elementare Rignon di Torino, la stessa che lui frequentò da piccolo. Inizia così il lungo cammino di conoscenza in cui lo scrittore prenderà per mano i bambini e li accompagnerà con pacatezza nel suo dramma personale, cercando di spiegare con delicata fermezza cosa sia stato l’Olocausto e come sia riuscito a sopravvivere all’inferno di Auschwitz. Domanda dopo domanda, gli studenti apriranno gli occhi sulla pagina più nera della storia del secolo scorso, guidati dalla voce e dai gesti di uno dei suoi più autorevoli testimoni.


tavole

Primo Levi di Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci, edizioni Becco Giallo

Primo Levi di Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci, edizioni Becco Giallo

Primo Levi di Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci, edizioni Becco Giallo
Dettagli

Genere: Narrativa a fumetti
Editore: Becco Giallo
Collana: Biografie
Data uscita: 13/04/2017
Pagine: 112
ISBN: 9788899016661
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Recensione del graphic novel “Primo Levi”, di Matteo Mastragostino e Alessandro Ranghiasci, edizioni Becco Giallo, 23.07.2018.

Recensione: Io sono Una

Io sono Una

di Una

Io sono Una, di Una, Add Editore“La prima volta non si scorda mai”. Si dice così, giusto?

Certo che non si scorda mai. Soprattutto se a decidere quando deve essere, la tua prima volta, non sei tu. Allora non te la scordi proprio, anzi. La rivivi nella testa mille e mille volte convincendoti che forse doveva andare così o, al limite, che devi avere qualcosa che non quadra, perché alle altre persone, ti dici, a quelle perbene, mica succedono certe cose.

E provi quella sensazione di disagio, di smarrimento, la stessa che dopo la violenza accompagna Una nella vita. Una è l’autrice, la protagonista, di questo autobiografico graphic novel, nel quale lei rivive con grande lucidità parte del suo vissuto e narra di tutti quegli anni che ha trascorso a considerarsi indelebilmente macchiata, sbagliata e inutile.

Sola, soprattutto.

Se non lo racconti, nessuno se ne accorge.

Testimonianza illustrata

Io sono Una, di Una, Add EditoreIo sono Una” è ambientato nello Yorkshire degli anni settanta quando, poco più che bambina, Una è vittima di un abuso sessuale. Lo racconta rievocando con coraggio i ricordi di allora e usando termini che non vogliono commiserazione, che di quella ne ha già avuta abbastanza. Usa parole che chiedono soltanto di essere ascoltate, di essere prese in considerazione. E quando non ne ha, di parole giuste per spiegare un certo tipo di dolore, allora Una parla con le sue illustrazioni potenti.

Denuncia sociale

Io sono Una, di Una, Add Editore

E non c’è solo la storia di Una in questo libro, ma anche quella di tutte le donne che negli stessi anni hanno subito abusi, che sono state maltrattate, magari anche uccise, in un modo o nell’altro. Ci sono nomi, date, testimonianze, articoli di giornale completi di commenti spessi del tipo «vestitevi a modo, prima di uscire», che ben fanno inquadrare l’approccio della società, e della giustizia – non molto lontane da noi, a dirla tutta – verso certi scomodi fattacci.

Fa male leggere “Io sono Una“, fa un sacco male. Fa male se sei donna ma anche se sei uomo. Ed è per questo che va letto, che bisogna parlarne, ancora e ancora. In modo che un domani, osservando chi ci circonda, nessuno sia costretto a chiedersi “ce ne sono ancora tante?”.

Così come Filomena ricamò la sua storia dopo che le fu tagliata la lingua, questa è la mia storia, la mia voce, una fra tante.

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Io sono Una, di Una, Add Editore
Io sono Una, di Una, Add Editore

Rating

/ 5


Descrizione

“Io sono Una” è un racconto intimo che grazie alla forza dell’arte diventa una potente denuncia della violenza di genere. Nel 1977 Una ha dodici anni. I ragazzi della sua età ascoltano punk o ska, invece lei sta imparando a suonare con la chitarra “Mull of Kintyre” dei Wings. È quella la musica che le piace. In quegli anni, nello Yorkshire, la figura di un inafferrabile Squartatore miete vittime tra le donne occupando le prime pagine dei giornali.

Alle ragazze si consiglia «di vestire in modo non appariscente», «di tornare a casa presto la sera», «di comportarsi in modo consono», in un assurdo cortocircuito secondo cui la colpa della violenza è da imputare anche alle vittime. Dopo un episodio di abuso, Una, da ragazza sicura di sé, si trasforma e decide di imparare ad «abbassare lo sguardo» per allontanare l’attenzione dei ragazzi.

Sola, impotente e piena di una vergogna che la porta a credere di essere «guasta», la protagonista di questo struggente memoir è costretta a fare i conti prima con il mondo che non sa ascoltare, poi con le proprie ferite. La storia di Una – il mio nome è Una, una di molte – deve confrontarsi con un contesto di misoginia strisciante, per trovare il modo e le parole di essere raccontata. Mischiando stili, linguaggi e atmosfere il libro va oltre l’autobiografia ed esplora la responsabilità sociale di una cultura in cui l’arroganza maschile rimane incontrastata, mentre la solitudine in cui è lasciata la vittima è una nuova e continua violenza.


risorse

Sito dell’autrice

Pagina Facebook dell’autrice


Dettagli

Genere: Narrativa e fumetti
Editore: Add Editore
Collana: Biografie
Data uscita: 26/04/2018
Pagine: 208
ISBN: 9788867831913
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Recensione del graphic novel “Io sono Una”, di Una, add editore, 06.06.2018.


Recensione: Il mio Salinger

Il mio Salinger

Di Valentina Grande e Eva Rossetti

Oh, se potesse la mia curiosità essere così fievole come quella di Jerome David Salinger, quanti dolori e quanti guai mi sarei risparmiata! Lui che dopo venticinque anni ricevette una lettera dalla sua prima moglie e cosa fece? La strappò! La strappò senza nemmeno leggerla.Perché quando io chiudo con una persona, lo faccio per sempredisse davanti alla figlia incredula.

“Il mio Salinger”
Cosmopolitan 1947
Cosmopolitan 1947

Quella lettera apparteneva a colei che conobbe durante la guerra, Sylvia Welter, che del loro matrimonio durato ben otto mesi non ne fece mai parola con nessuno. Dal canto suo, Salinger, ne rivelò l’esistenza solo alla sua futura famiglia e ne lasciò qualche traccia in alcuni dei suoi racconti meno noti (come “The inverted forest”, “La foresta capovolta”, apparso sul numero di Cosmopolitan del dicembre 1947).

Sylvia Welter

È Sylvia la voce narrante di questo graphic novel che ci racconta quanto il loro amore fu difficile: lei un medico tedesco (con dubbi agganci con la Gestapo) e lui un soldato americano ebreo con gravi disturbi post traumatici da stress dovuti al suo intervento in guerra nel 1942, quando fu tra i primi ad entrare in un campo di concentramento, forse uno dei sotto-campi di Dachau. Gli era stato affidato il compito di stanare i nazisti. Disse in seguito:

“È impossibile non sentire più l’odore dei corpi bruciati, non importa quanto a lungo tu viva.”

Jerome David Salinger
J. D. Salinger

È noto che l’uomo Salinger non fosse un grande fan dei suoi simili ma forse aveva le sue buone ragioni, dopo tutto. Fatto sta che tra esperienze traumatiche, convinzioni politiche, religiose ed etiche decise di vivere lontano dai riflettori una vita intera, anche e soprattutto quando divenne famoso. Così sono testi come questo che, con toni delicati e numerosi rimandi alle sue opere, ci portano più vicino a lui, per conoscerne aspetti poco noti e anche piuttosto intimi.

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Rating:


Descrizione: La Seconda Guerra Mondiale, un disturbo post traumatico da stress, la Germania, l’amore e un matrimonio di otto mesi: prima di diventare l’acclamato autore del romanzo “Il giovane Holden”, J.D. Salinger era Jerome, sergente americano in un’Europa piena di ferite aperte, innamorato di Sylvia Welter, giovane dottoressa tedesca dal passato oscuro, forse legato al Nazismo. Dimenticata per decenni e mai nominata dallo stesso Salinger, Sylvia ci racconta il grande amore che la unì allo scrittore più famoso degli Stati Uniti d’America.


LE AUTRICI

Valentina Grande

Valentina Grande: Vive a Bologna, è docente di Lettere nella scuola pubblica, autrice e conduttrice radiofonica. Su Radio Kairos conduce una trasmissione su  intitolata “Simply Salinger”, vi lascio il link ai podcast.

Intervista a Valentina Grande su Smemoranda

 

Eva Rossetti

Eva Rossetti: Laureata in Saperi e tecniche dello spettacolo cinematografico alla Sapienza di Roma e diplomata nella Scuola Romana dei Fumetti. Il suo primo incontro con l’editoria è nel campo della saggistica.


Due tavole del graphic novel


Dettagli
Genere: Narrativa e fumetti
Editore: Becco Giallo
Collana: Biografie
Data uscita: 02/11/2017
Pagine: 143
ISBN: 9788899016838
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Recensione del graphic novel “Il mio Salinger”, di Valentina Grande e Eva Rossetti, pubblicata da Katya Vettorello il 24.05.2018.

Recensione: Le parole per dirlo

Le parole per dirlo

Di Marie Cardinal

Io sono una figlia, ovviamente. E sono anche una mamma. Lo so, non è un evento raro ed esclusivo, ma mi sono resa conto che tale duplicità d’essere, ciò che poteva succedermi come figlia o ciò che avrei potuto causare da madre, mi ha permesso di entrare in una sorta di rispettosa empatia con Marie Cardinal, autrice e protagonista di questo libro nel quale racconta e sviscera il suo lungo percorso di analisi.

Un percorso che ha dovuto e voluto intraprendere per riappropriarsi della sua vita, violentata dalle idee di una madre che l’ha sempre fatta sentire in difetto, sempre sporca e inadeguata, peccatrice indesiderata, sia da bambina che da donna. Una madre succube di una religione instillata e ovvia, abbracciata poi come scudo, come scusa, come salvezza e anche come facciata per il ruolo sociale che è stata chiamata a ricoprire dalla sua benestante famiglia. Una donna sofferente che non ha potuto cambiar rotta quando avrebbe voluto, separata da un marito che ha modificato per sempre il futuro di una famiglia a causa di parole non dette. Una madre che non voleva che tutto andasse cosi e che se la prende con colei che incarna egregiamente tutti i suoi errori, sino a volerla distruggere. Quella figlia che doveva essere un’altra.

La Cosa

E allora Marie deve fare qualcosa, diventata mamma a sua volta vuole reagire, sconfiggere la Cosa, la malattia che in tanti anni ha preso il posto delle carezze, delle certezze, del candore e dei riferimenti. E l’ha preso talmente bene da essere diventata parte integrante del suo corpo che si manifesta al mondo attraverso il sangue, nel modo più noto a una donna. Costantemente, ogni singolo, maledetto giorno. Non solo malata, quindi, ma anche segnata, marchiata, “colei da cui stare distante”, attenzione, arriva la pazza.

Ed è attraverso le parole, prima verbali (aiutata da un medico che non l’ha mai biasimata) e poi scritte, che Marie Cardinal comincia la sua lenta e sofferta guarigione raccontata in questo suo libro a mezzo di una scrittura sincera, cruenta, a tratti scomoda, sgarbata e scurrile, sempre diretta. Perché sono così la malattia, la solitudine e il dolore. In essi non ci sono spigoli arrotondati né lame smussate o soffici aghi ad addolcire lo strazio.

Ma esiste la possibilità di rifarsi. Qualunque sia l’abisso in cui si sprofonda, c’è sempre un modo per riemergere se si ha vicino qualcuno disposto ad ascoltare. Ché le parole spesso, sono troppe nella testa e vanno cercate, e fatte uscire, con pazienza e dovizia, scegliendole con cura e spingendole via, piano piano fuori, per lasciar spazio finalmente, anche al silenzio.


Rating:

/ 5


Descrizione:

Incubi, angosce, paura della morte e della vita. È un male che paralizza, inibisce, confonde, fa perdere coscienza di sé, annulla il senso delle proprie azioni. La famiglia, i ruoli, la condizione di donna, la società, la morale. E a monte un’infanzia tradita, presupposti sbagliati, pregiudizi, ossessioni arcaiche… È la storia tutta al femminile di un’analisi, di un graduale ricupero di sé, di una nuova nascita nella consapevolezza. Una storia che, tradotta nella pagina, ha sconvolto, commosso, convinto. Marie Cardinal è ormai il simbolo di una certa scrittura, di un modo intimo, caldo e vero di affrontare il problema femminile dalla parte del linguaggio.


L’autrice:

Marie Cardinal nasce ad Algeri il 9 marzo 1929 in una famiglia benestante. I suoi genitori divorziarono poco dopo la sua nascita e venne cresciuta dalla. Fu educata in istituzioni religiose finché non andò alla Sorbona, dove si laureò in filosofia.

Marie Cardinal
Marie Cardinal

Nel 1953, sposò Jean-Pierre Ronfard e, per diversi anni, vissero fuori dalla Francia; insegnò nei licei francesi di Salonicco, Vienna, Lisbona e Montreal. Ebbe tre figli che con lei si trasferirono, nel luglio del 1969, a Parigi mentre suo marito rimase in Canada. Smise di insegnare e iniziò un lungo corso di psicoanalisi, guadagnando soldi, nel frattempo, dal giornalismo, come ghost-writer e dalla ricerca. Morì il 9 maggio 2001 in Francia, a Valréas.


Dettagli

Genere: Narrativa moderna e contemporanea
Editore: Bompiani
Collana: I grandi tascabili
Data uscita: 29/03/2001
Pagine: 304
ISBN: 9788845249013
Listino: € 10,00
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Recensione del libro "Le parole per dirlo", di Marie Cardinal,
scritta da Katya Vettorello il 14.05.2018